Infanzia: Acli, “più che a un Recovery Plan, bisognerebbe pensare a un Recovery children’s Plan”

Per colpa della pandemia le disuguaglianze sociali aumentano e a pagarne le conseguenze sono soprattutto i più giovani. In occasione della Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Roberto Rossini, presidente nazionale delle Acli, in una nota, chiede alle istituzioni di inserire una costante valutazione di impatto di qualunque politica e servizio sui minori. “Solo una società a misura di bambino – afferma – è una società a misura di futuro”. Anche a livello internazionale va mantenuta alta l’attenzione secondo Gianluca Budano, consigliere di presidenza nazionale Acli e portavoce di Investing in Children – Alleanza per l’inclusione e il benessere dell’infanzia in Italia. “La situazione tra i vari Paesi al mondo – afferma Budano – è molto diversa e i diritti da esigere sono di gravità e cogenza non confrontabile tra Paese e Paese, anche se in tutti la costante è l’assenza di un naturale principio non negoziabile, tanto naturale e tanto declamato ma non concretizzato, il principio per cui prima di tutto vengono i bambini”. “Celebrare i diritti di bambini e adolescenti – aggiunge – non può ridursi a un rito che diventa sterile e inconsistente se non si prendono decisioni concrete: abbiamo bisogno di strumenti educativi e sociali efficaci ed equi per i minori e le loro famiglie, specie in tempi di pandemia, dove – conclude – più che a un Recovery Plan, bisognerebbe pensare a un Recovery children’s Plan, vista l’emergenza in materia di povertà economica ed educativa a cui questa fascia fragile di popolazione è esposta”.

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