Natale: mons. Checchinato (San Severo), “regaliamo un po’ di tempo per pregare, meditare, abitando il silenzio”

“Viviamo questo tempo con la fatica dell’esperienza della pandemia da Covid-19 che ancora continua a impensierirci e a farci soffrire, nonostante le cure e i vaccini che ci vengono offerti dalla scienza e dalla medicina; ma non siamo fatti solo di corpo, e le statistiche ci confermano che, accanto ai disastri della malattia che ha provocato tanti lutti, il Covid ha portato in superficie tanto malessere sommerso nelle nostre famiglie, nelle nostre realtà sociali, nei nostri giovani. E vorremmo poter chiedere al Signore una luce su queste situazioni, su tanta sofferenza presente nel mondo, un aiuto autentico che venga dall’Alto”. Lo afferma mons. Giovanni Checchinato, vescovo della diocesi di San Severo, nel suo messaggio natalizio. “Penso che il Signore, che ascolta sempre le nostre voci e le nostre richieste, ci voglia rispondere con la stessa festa del Natale, che porta con sé un messaggio davvero rivoluzionario, capace di cambiare le nostre prospettive di fede e anche le nostre attese umane”. In questo tempo “proviamo a regalarci un po’ di tempo per pregare, per meditare, abitando il silenzio: potremmo ascoltare con più attenzione quanto il mistero di Gesù che si fa uomo ha da dirci. Ci provo anche io con voi. La prima grande verità che il mistero dell’incarnazione ci consegna è la logica della spoliazione come antidoto a quel senso di onnipotenza che spesso ci pervade. Dio che con la sua onnipotenza ha creato dal nulla tutto avrebbe potuto salvarci alla stessa maniera e invece ha voluto farsi carico della nostra umanità prendendola su di lui, facendosi uno di noi, carne della nostra carne, nella vita di Gesù”.
Il vescovo osserva: “Farsi carico della nostra umanità significa scegliere di regalare vita, non cose. La nostra fede ci sollecita a fare i conti con quello che siamo e non solamente con quello che abbiamo… Siamo fatti di carne e sangue anche noi e non solo di cose che ingombrano le nostre vite! E per vivere bene abbiamo bisogno di regalarci vita, non cose. Abbiamo bisogno di sentirci accompagnati, e possiamo imparare ad accompagnare”.
“Una seconda cosa che impariamo dalla logica del Natale è imparare ad ascoltare, altra competenza che si acquisisce con il silenzio. Per ascoltare abbiamo bisogno di tacere. E abbiamo bisogno di metterci sullo sfondo di una relazione, non al centro, posto che dobbiamo lasciare a chi ci parla. Ascoltare significa farsi accoglienza senza giudizi, senza pregiudizi, senza attese o pretese. Il Signore Gesù che nasce a Betlemme incarna una storia semplice, povera, fatta di umili personaggi e di vicende in cui la prevaricazione e il sopruso la facevano da padroni. Ha accolto la storia nella quale si era inserito prima di tutto facendola sua, amandola come storia preziosa, valorizzando il bene presente”.

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