Serbia: Krastev (analista) sulle elezioni, “avanzano i movimenti pro Putin in parlamento. Vucic vince, ma dovrà cercare alleati”

“La Serbia è il terzo Paese in Europa più filorusso dopo la stessa Mosca e la Bielorussia, e ciò è una chiara conseguenza del governo di Alexander Vucic nello Stato balcanico, potere che dura ormai da più di 10 anni”. È il commento a caldo dell’analista politico dei Balcani Nikolay Krastev, all’indomani delle elezioni presidenziali, parlamentari e amministrative svoltesi ieri a Belgrado. Infatti, nella campagna elettorale, un posto importante ha avuto la guerra in Ucraina ma, “attenzione – aggiunge l’analista -, neanche i partiti filoeuropei hanno osato condannare l’aggressione per la paura di perdere dei voti”. Secondo i risultati, il presidente uscente Alexander Vucic è riconfermato, il suo partito (Sns) acquista il maggior numero di seggi, mentre per la corsa di sindaco di Belgrado, vince sempre il candidato di Vucic, Alexander Sapic, con il 38,1%”. “Alle elezioni amministrative per la città di Belgrado le forze dell’opposizione, se si fossero unite, avrebbero potuto battere il candidato di Vucic”.
A suo avviso, “la società serba è profondamente divisa tra i filoeuropei e i filorussi. In realtà si nota l’ingresso nel parlamento di tanti movimenti e formazioni di stampo nazionalista che sono a favore di Putin”. A suo avviso Alexander Vucic “ha vinto indiscutibilmente le presidenziali, ma nel parlamento ha perso circa 70 seggi rispetto alla legislatura precedente e dovrà cercare partner di coalizione”. E aggiunge: “ora di cruciale importanza saranno i socialisti, senza dei quali Vucic non potrebbe governare né a livello nazionale, né al comune di Belgrado”.
Krastev descrive “l’alleato storico dell’uomo forte di Belgrado, Ivica Dacic, leader del partito socialista”, come “un volto intramontabile nella politica serba degli ultimi venti anni”. L’analista aggiunge la sua preoccupazione per “i segnali di numerosissimi brogli elettorali”, mentre “grande scalpore ha suscitato la decisione inedita della Commissione elettorale centrale di non annunciare i risultati nella notte delle elezioni”. “Questo non accadeva neanche ai tempi di Milosevic”, afferma, spiegando che “forse si aspettava l’annuncio della vittoria di Vucic nella notte e solo la mattina dopo la Commissione ha reso noto i dati”.

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