Diocesi: card. Betori (Firenze), “ridare vita a una società troppo ingessata e frammentata”

“Il suo coraggio nel disegnare il futuro, un’eredità che ci viene lasciata per essere coltivata con intelligenza, con passione, alimentandola a partire da profonde radici etiche e spirituali”. Lo ha detto l’arcivescovo di Firenze, card. Giuseppe Betori, nell’omelia della messa in memoria di Artemio Franchi a cento anni dalla nascita, ieri nella Basilica di Santa Croce. “Accogliere e dare opportunità è un atteggiamento oggi estremamente necessario per ridare vita a una società troppo ingessata, troppo frammentata, troppo vittima di incomunicabilità, troppo chiuse alle strade dei giovani, troppo segnata ideologicamente – ha aggiunto -. E anche in questo l’esempio di cura delle relazioni che Artemio Franchi ha lasciato, ci esorta a uscire dalle nostre certezze e dalle nostre paure, per metterci in gioco nel rapporto con gli altri”.
Guardando alla vicenda umana di Artemio Franchi, il cardinale ha sottolineato che “mostra come votare la propria vita a una grande causa la rende nobile, degna di essere vissuta, testimonianza di valori per gli altri”. “Sono caratteri che confliggono con la cultura diffusa che esalta piuttosto la mutevolezza delle scelte, il pluralismo delle esperienze, la provvisorietà delle convinzioni, la fuga dal confronto con la realtà, la fluidità dei caratteri e delle identità – ha sottolineato Betori -. A questo mondo senza verità, in cui vale tutto e il contrario di tutto, un mondo onnivoro, che a nulla vuole rinunciare e che tutto cerca di assimilare, appare estraneo un progetto di vita che si incentri su principi e finalità ben definite, alti traguardi per cui spendere la vita, e non una vita che si spreca ondeggiando senza un porto e la rotta per approdarvi”.

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