Ue: Comitato delle Regioni, maggior ruolo degli enti locali nel settore della ricerca

Poiché le regioni sono motori attivi delle politiche di ricerca, i leader locali e regionali rivendicano un ruolo più incisivo nella definizione dello Spazio europeo della ricerca. È in fase di discussione, infatti il decimo programma quadro, che entrerà in vigore nel 2028 e durerà fino al 2036, mentre nella seconda metà del 2026, la Commissione europea dovrebbe pubblicare l’Atto sullo Spazio europeo della ricerca. Per questo il Comitato europeo delle Regioni ha ospitato Ekaterina Zaharieva, commissaria europea per la ricerca e l’innovazione per un confronto sul tema e per sottolineare come queste siano “opportunità chiave per rafforzare gli ecosistemi di ricerca e innovazione in Europa e per affrontare le disparità regionali”. Tra le richieste avanzate dal Comitato, quella di una vera governance multilivello, con un ruolo attivo di enti locali e regionali per definire e attuare “soluzioni basate sul territorio che offrano benefici tangibili, in settori quali l’azione per il clima, l’assistenza sanitaria, la de-carbonizzazione industriale e la transizione digitale”. Da considerare, inoltre le disparità regionali a livello di Ue nei settori della ricerca e dell’innovazione, disparità che la politica di coesione può arginare garantendo un equo accesso alle risorse. Tra le necessità espresse dal Comitato delle Regioni, anche “un migliore coordinamento tra la politica di coesione e Orizzonte Europa”, sostegni specifici per le regioni più lente, maggiore cooperazione interregionale e transfrontaliera. C’è preoccupazione per il rispetto dell’obiettivo del 3% dei Pil nazionali nell’Ue per gli investimenti in ricerca e innovazione.

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