Dall’8 al 10 maggio si sono riuniti a Roma, per un pellegrinaggio giubilare, benefattori, dipendenti, volontari e amici di Aiuto alla Chiesa che soffre (Acs) provenienti da decine di nazioni. L’evento, riferisce la Fondazione di diritto pontificio, è stato scandito da momenti di preghiera, messe e recita del rosario, uniti a conferenze e testimonianze sui progetti di Acs e sulla Chiesa perseguitata e povera. Il momento culminante del pellegrinaggio, spiega Acs, che originariamente avrebbe dovuto essere un’Udienza con Papa Francesco, è stato, “inaspettatamente e provvidenzialmente”, l’elezione di Papa Leone XIV. Il card. Mauro Piacenza, Presidente di Acs Internazionale, ha ricordato ai pellegrini che “Gesù è inchiodato alla croce da […] numerose circostanze e urgenze di evangelizzazione e di sofferenza, verso le quali la Chiesa si protende. I chiodi sono le ingiustizie, le ferite, le discriminazioni, l’intolleranza, la privazione della libertà, la distruzione e gli atti di violenza inflitti a molti dei nostri fratelli e sorelle”. Sabato 10 maggio, durante l’omelia della Messa conclusiva nella basilica di Santa Maria Maggiore, il porporato ha così riassunto la missione di Acs: “Assistere Cristo nella sua opera di salvezza, aiutarlo a farsi conoscere e amare, aiutare Cristo a salvare l’umanità sostenendo la vita della Chiesa, soprattutto là dove essa incontra le maggiori difficoltà”. Un concetto già ripreso nella sua omelia dell’8 maggio dall’arcivescovo John Joseph Kennedy, del Dicastero per la Dottrina della Fede, nella Basilica di San Giovanni in Laterano: “al centro del nostro incontro e della nostra preghiera di oggi c’è l’urgente richiamo a uno degli aspetti più essenziali della nostra identità cristiana: la nostra chiamata a servire i poveri e i bisognosi”. Il pellegrinaggio è stato arricchito da diverse testimonianze di vittime delle persecuzioni in Paesi come l’Ucraina, il Burkina Faso, il Libano e la Siria.