Migranti: Tavolo Asilo e Immigrazione, “il progetto Albania è una sospensione della legalità. Grave violazione dei diritti”

Con l’approvazione del cosiddetto “decreto Albania” da parte della Camera dei Deputati e in attesa del passaggio definitivo al Senato, il Tavolo Asilo e Immigrazione (Tai) esprime forte preoccupazione per la legittimazione di un sistema di confinamento extraterritoriale che, secondo quanto documentato da varie delegazioni in loco, risulta “opaco, privo di garanzie e incompatibile con i principi dello Stato di diritto”. Una delegazione del Tai, al quale aderiscono numerose organizzazioni che si occupano di immigrazione, si trova in questi giorni a Gjadër, in Albania, insieme a parlamentari del gruppo di contatto. Secondo quanto riportato, informazioni essenziali – come il numero delle persone trattenute o i criteri per il trasferimento – non sono state rese note dalle autorità italiane. “La mancanza di trasparenza e l’assenza di provvedimenti ufficiali di trasferimento – si legge in una nota – delineano un quadro preoccupante, in cui i diritti delle persone appaiono sospesi”. I colloqui effettuati con alcune delle persone trattenute avrebbero confermato gravi criticità: trasferimenti non notificati, viaggi effettuati con fascette ai polsi e condizioni di permanenza segnate da tensioni e autolesionismi. In 34 giorni, sarebbero stati registrati 42 eventi critici. “Molti dei trattenuti – segnala il Tai – sono persone che vivevano in Italia da anni, con legami familiari e storie di lavoro, o reduci da gravi violenze durante il percorso migratorio”. A rafforzare i dubbi sulla legittimità dell’operazione è intervenuta una recente decisione del Giudice di pace di Roma, che ha disposto la liberazione di un cittadino trattenuto a Gjadër, sollevando rilievi costituzionali sulla mancanza di un controllo di legalità paragonabile a quello previsto per altri regimi detentivi. “L’intera operazione – conclude il Tai – rappresenta una sospensione della legalità, accompagnata da costi economici elevati e non giustificati. Non vi è alternativa alla sua totale dismissione”. Il Tavolo annuncia che proseguirà il monitoraggio sul campo, con particolare attenzione alle garanzie e al rispetto dei diritti fondamentali.

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