Spagna: card. Cobo (Madrid), “essere buoni cristiani significa essere buoni e attenti vicini”

“Grazie a Sant’Isidoro per averci convocati, grazie a Gesù Cristo per essere fonte di gioia” nello stesso luogo “dove Sant’Isidoro è diventato santo, dove ha lavorato e accolto il prossimo”. Lo ha detto oggi l’arcivescovo di Madrid, card. José Cobo, all’inizio della “messa di campagna”, nella “Pradera di Sant’Isidoro”. Un uomo, ha aggiunto, che “ha capito profondamente cosa significa essere felici essendo uniti a Cristo e ai fratelli” e che afferma che “è possibile dare luce e senso alla vita, per quanto complicata possa essere”. La sua vita, ha osservato l’arcivescovo di Madrid durante l’omelia, “è stata semplice, ma profondamente evangelica”. Non visse un’epoca facile. Quell’XI secolo “fu un periodo di insicurezza e continue scaramucce militari”. Ma “Sant’Isidoro imparò a vivere nella speranza” perché “conobbe Gesù; perché la sua giornata iniziava nella preghiera che lo univa a Lui; perché non lasciò che la paura determinasse il suo destino; perché seppe vedere Dio nelle piccole cose: nella sua sposa Maria, nel suo figlio, nei suoi collaboratori, nei suoi vicini e nei poveri”. Era un uomo che confidava in Dio, che lo pregava molto, che partecipava alla vita della Chiesa, che si prendeva cura della sua famiglia e che si mostrava “delicato e ospitale verso gli stranieri e i poveri del suo tempo”.
Poi il porporato ha rivolto un invito ai presenti: “Non smettete di partecipare, sostenere e costruire le vostre comunità, nello stile di Isidoro, che le visitava, pregava e partecipava”. Perché “la presenza delle nostre comunità è il Vangelo della vicinanza”. A metà del Giubileo della Speranza, ha insistito: “Continuate a costruire le vostre comunità e a renderle luoghi e case di speranza per tutti i nostri vicini”. E le comunità siano unite, perché “non possiamo essere testimoni del Vangelo se viviamo divisi da ideologie o egoismi”. Proprio “Sant’Isidoro ci ricorda che la vera santità non divide, ma unisce”. “Seminate speranza, seminate unità”, ha incoraggiato il cardinale. “Siamo anche seminatori di Cristo tra i nostri vicini”, con i quali “ci incontriamo nella metropolitana”.
Oggi, quando la vita scorre così velocemente, ha riconosciuto il card. Cobo, “dove corriamo il rischio di diventare estranei gli uni agli altri, l’esempio di Sant’Isidoro ci ricorda che essere buoni cristiani significa essere buoni e attenti vicini”.

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