“Sport per tutti” è il titolo del progetto congiuntamente promosso da Consiglio d’Europa e Unione europea, presentato oggi, che fino ad agosto 2026 lavorerà per “affrontare la discriminazione sproporzionata, l’esclusione e l’accesso limitato allo sport a causa delle barriere sociali e sistemiche che le persone con disabilità fisiche, sensoriali, intellettive e psicosociali si trovano ad affrontare”, si legge in una nota. Tra le barriere sono incluse anche la discriminazione online, l’incitamento all’odio e il cyberbullismo. Nel corso dell’evento di lancio oggi a Strasburgo, quattro campioni paralimpici – Zakia Khudadadi, Arnaud Assoumani, Gizem Girişmen e Yaroslav Denysenko – hanno condiviso le loro esperienze di fronte ai rappresentanti dei 41 Stati membri dell’Accordo parziale allargato sullo sport e di 30 organizzazioni sportive. “L’inclusione attraverso lo sport significa anteporre le capacità alla disabilità. Si tratta di creare un mondo in cui tutti possano giocare, tutti possano competere e tutti si sentano parte integrante”, aveva affermato in apertura Gianluca Esposito, direttore generale per i diritti umani e lo stato di diritto del Consiglio d’Europa. Secondo Zakia Khudadadi, medaglia paralimpica e paladina della pace, “dare voce agli atleti nei forum internazionali è essenziale per lo sviluppo di politiche inclusive”. e per “ricordare al mondo che lo sport può essere un potente veicolo di dignità, uguaglianza e speranza”. Nel programma dell’evento anche lo scambio di buone pratiche a livello internazionale.