Almeno 55mila bambine e bambini sostenuti da Save the Children in Somalia perderanno l’accesso ai servizi nutrizionali salvavita entro giugno, a causa dei tagli agli aiuti umanitari che costringeranno alla chiusura 121 centri di assistenza gestiti dall’Organizzazione. E’ Save the Children a denunciare oggi questa situazione. L’Organizzazione fornisce servizi sanitari e nutrizionali ai bambini in Somalia, assistendone ogni anno circa 260mila. I tagli agli aiuti umanitari annunciati all’inizio del 2025, provocheranno l’interruzione a giugno dei servizi di più di un quarto (27%) delle strutture sanitarie e nutrizionali sostenute nel Paese, mettendo a rischio la vita di almeno 55mila bambini.
I tagli agli aiuti, i continui sfollamenti dovuti agli attacchi dei gruppi armati e le precipitazioni inferiori alla media stanno aggravando la situazione umanitaria dei bambini nel Paese. Secondo i dati della Food Security and Nutrition Analysis Unit, quest’anno in Somalia 1,8 milioni di bambini affronteranno la malnutrizione acuta e 479mila la malnutrizione acuta grave che, se non curata e può essere letale. Entro la fine della stagione delle piogge, a giugno, si prevede che le cliniche sostenute da Save the Children a Baidoa arriveranno al limite. Si tratta infatti del periodo dell’anno in cui la fame e la malnutrizione normalmente aumentano in Somalia, ma a fronte di un aumento dell’11% del numero dei bambini gravemente malnutriti rispetto al 2024, le strutture gestite dalle organizzazioni umanitarie per curarli diminuiranno. “Se il nostro centro chiude, bambini come questi saranno messi in grave pericolo. Non c’è nessun altro posto dove possano andare”, ha dichiarato il dottor Mustafa Mohammed che lavora in un centro di stabilizzazione sostenuto da Save the Children a Baidoa. Anche prima di questi ultimi tagli agli aiuti, la risposta umanitaria in Somalia è stata cronicamente sottofinanziata, mentre la fame è rimasta ostinatamente alta a causa dei ricorrenti shock climatici, come le precipitazioni inferiori alla media.