Una importante convenzione è stata firmata nelle scorse settimane tra il Consultorio diocesano familiare “Crescere Insieme” e il Tribunale di Latina. L’obiettivo, spiega una nota diffusa oggi dalla diocesi di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, è quello di assicurare lo svolgimento dei percorsi di recupero destinati ai “maltrattanti”, cioè gli autori di violenza domestica, sessuale e di genere o contro minori. Così viene sanata l’assenza di convenzioni di questo tipo nel territorio pontino, nonostante siano state già presentate al Tribunale di Latina diverse richieste di applicazione dei percorsi di recupero. A sottoscrivere questo prezioso accordo sono stati il presidente del Consultorio, Vincenzo Serra, e il presidente facente funzioni del Tribunale di Latina, Antonio Masone, mentre il presidente della Sezione penale del Tribunale pontino, Gianluca Soana, ne curerà l’applicazione pratica.
Le premesse della Convenzione fanno riferimento all’articolo 165 del Codice penale. Inoltre, sottoporsi positivamente a un programma di prevenzione della violenza sarà valutato dal pubblico ministero e dal giudice ai fini della revoca o attenuazione delle misure cautelari personali, secondo quanto previsto dall’articolo 282-quater comma 1 del Codice di procedura penale.
Gli esperti psicologi e psicoterapeuti del Consultorio cureranno una prima valutazione psico-criminologica del richiedente, se il parere sulla trattabilità sarà positivo allora sarà redatto un percorso di recupero individuale basato su 2-3 incontri sul reato, sull’offensività e sui pregiudizi e lesioni alla vittima, e altri 6-7 incontri di trattamento psicologico e terapeutico. La relazione finale sarà rilasciata all’interessato e al magistrato di riferimento, oltre che inviata anche all’Ufficio locale per l’esecuzione penale esterna (Ulepe). Il protocollo prevede che gli oneri della partecipazione al percorso siano a carico del soggetto preso in carico, con un costo massimo di 80 euro per le sedute individuali e di 50 euro per quelle di gruppo.
I referenti del Consultorio diocesano per questo progetto, Susanna Bianchini e l’avvocato Pasquale Lattari, hanno spiegato che gli obiettivi del percorso trattamentale sono ampiamente dettagliati nella convenzione. Tra questi, far assumere al maltrattante “la consapevolezza della violenza agita, attraverso la revisione critica del comportamento violento (negazione, minimizzazione, colpevolizzazione della vittima, uso degli stereotipi di genere); sviluppare la percezione e la consapevolezza degli effetti dannosi che la violenza agita ha sulla salute delle persone, sulla funzione genitoriale, sul programma di crescita e sviluppo psicofisico dei bambini e delle bambine; sviluppare la consapevolezza di sé. dell’altro e della relazione per migliorare la gestione degli impulsi, degli stati affettivi ed emotivi negativi e distruttivi, per ampliare il repertorio di capacità e strumenti relazionali costruttivi e cooperativi; promuovere una riflessione critica sul proprio comportamento e sulle sue interconnessioni con la violenza di genere e con gli atteggiamenti ostili verso le donne e verso l’altro che ne derivano”.
La convenzione ha la durata di tre anni dalla firma e potrà essere rinnovata tacitamente.