Cinquemila fedeli dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno hanno attraversato la Porta Santa della basilica di San Pietro, oggi, durante il pellegrinaggio diocesano giubilare a Roma. Durante l’omelia della messa presieduta nella basilica di San Pietro, l’arcivescovo Andrea Bellandi, ha parlato della “provvidenziale circostanza di vivere questo pellegrinaggio nella festa dell’apostolo Mattia, eletto per sostituire Giuda nel Collegio apostolico”. “La sua scelta esprime anzitutto la certezza, da parte degli Apostoli, di essere guidati dallo Spirito Santo, che mai abbandona il suo gregge – la Chiesa – e che presiede alle sue scelte decisive nel corso della storia”, ha osservato il presule, notando “una particolarissima consonanza” con l’elezione del Successore dell’apostolo Pietro. “Anche in questo caso è apparso evidente che, al di là di tutte le ipotesi e previsioni semplicemente umane, è stata davvero l’azione dello Spirito Santo a illuminare la scelta dei cardinali”.
Come riferiscono gli Atti degli apostoli, “Pietro – il primo tra gli apostoli – chiese che la scelta fosse fatta tra coloro che avevano seguito Gesù nel suo ministero terreno, ma – soprattutto – che fosse uno testimone dell’evento centrale della Sua risurrezione. Quanto allora richiesto, e che poi portò all’elezione di Mattia, sottolinea il compito fondamentale affidato non soltanto alla Chiesa apostolica, ma a quella di tutti i tempi, guidata dai successori degli apostoli – i vescovi – e tra questi, in primis, il vescovo di Roma, Successore di Pietro. Comprendiamo meglio, allora, come non sia stato casuale il fatto che il neo-eletto Papa Leone abbia ricordato proprio il Risorto nelle parole iniziali del suo primo saluto”.
In questo Giubileo, ha proseguito mons. Bellandi, “noi veniamo come pellegrini alla tomba degli apostoli per riscoprire le radici della nostra vocazione e della nostra missione. San Mattia ci ricorda che la vocazione non è una conquista personale, ma un dono che si accoglie e si vive nel segreto della quotidianità e che la missione non è compito solo di alcuni, da realizzarsi con azioni straordinarie, bensì la testimonianza quotidiana – coerente, fedele e gioiosa – dell’amore di Dio, che suscita attrazione. E in questo luogo, davanti alla Confessione di Pietro, mentre preghiamo sulla tomba del primo degli apostoli, ci è chiesto anche di rinnovare la nostra piena e filiale obbedienza a colui – Papa Leone XIV – che ne rappresenta la continuità apostolica e ci conferma nell’essere testimoni autentici del Risorto, segni credibili di quella speranza che non delude”.