Leone XIV: alle Chiese orientali, “tanti fratelli e sorelle costretti a fuggire per guerra e persecuzioni”, “pastori latini sostengano cattolici orientali della diaspora”

“Ai nostri giorni tanti fratelli e sorelle orientali, tra cui diversi di voi, costretti a fuggire dai loro territori di origine a causa di guerra e persecuzioni, di instabilità e povertà, rischiano, arrivando in Occidente, di perdere, oltre alla patria, anche la propria identità religiosa. E così, con il passare delle generazioni, si smarrisce il patrimonio inestimabile delle Chiese Orientali”. A lanciare il grido d’allarme è stato Leone XIV, nell’udienza ai partecipanti al Giubileo delle Chiese orientali. “Avete un ruolo unico e privilegiato, in quanto contesto originario della Chiesa nascente”, l’omaggio del Papa sulla scorta di Giovanni Paolo II: “È significativo che alcune delle vostre Liturgie – in questi giorni le state celebrando solennemente a Roma secondo le varie tradizioni – utilizzano ancora la lingua del Signore Gesù”. “Ma Papa Leone XIII espresse un accorato appello affinché la ‘legittima varietà di liturgia e di disciplina orientale ridondi a grande decoro e utilità della Chiesa’”, la citazione dell’Orientalium dignitas. “La sua preoccupazione di allora è molto attuale”, ha sottolineato il Pontefice, sottolineando che, “oltre un secolo fa, Leone XIII notò che ‘la conservazione dei riti orientali è più importante di quanto si creda’ e a questo fine prescrisse persino che ‘qualsiasi missionario latino, del clero secolare o regolare, che con consigli o aiuti attiri qualche orientale al rito latino’ fosse ‘destituito ed escluso dal suo ufficio’. Di qui l’appello a “custodire e promuovere l’Oriente cristiano, soprattutto nella diaspora”. “Qui, oltre ad erigere, dove possibile e opportuno, delle circoscrizioni orientali, occorre sensibilizzare i latini”, la tesi del Papa, che ha chiesto al Dicastero per le Chiese Orientali di aiutarlo “a definire principi, norme e linee-guida attraverso cui i Pastori latini possano concretamente sostenere i cattolici orientali della diaspora a preservare le loro tradizioni viventi e ad arricchire con la loro specificità il contesto in cui vivono”.

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