Calamità naturali: Osservatorio Credem-Università Cattolica, “per il 38% italiani si parla troppo poco di catastrofi naturali e conseguenze riscaldamento idrogeologico”

Per il 38% degli italiani si parla troppo poco di catastrofi naturali e delle conseguenze del riscaldamento idrogeologico, per il 45% se ne parla in maniera troppo sensazionalistica e per il 13% se ne parla solo nell’ottica di creare allarmismo, senza delineare possibili soluzioni. Solo per il restante 4% i media affrontano la questione in maniera efficace. È quanto emerge dalla nuova ricerca svolta dall’Osservatorio Opinion Leader 4 Future, il progetto nato dalla collaborazione tra Credem e Almed (Alta Scuola in media, comunicazione e spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore) con l’obiettivo di contribuire al miglioramento della cultura informativa accrescendo il grado di conoscenza delle persone sui temi rilevanti della vita. Ha contribuito alla ricerca anche il Master di Almed “Crisis & Disaster Management: le funzioni organizzative in Protezione civile, Sicurezza e Difesa civile”, dedicato alla formazione in ambito di sicurezza, protezione civile e difesa civile.
L’informazione su queste tematiche non ha canali informativi di elezione, ma va sottolineata la rilevanza – accanto alla tv e ai siti web informativi – dei siti istituzionali e governativi (citati dal 27% della popolazione) e delle testate locali (citate come efficaci dal 23% della popolazione, sui medesimi livelli della stampa nazionale con un picco del 30% al Nord Est).
Seguiti sono anche i canali YouTube, capaci di raccontare in presa diretta le calamità naturali (citati dal 16% della popolazione e dal 25% della popolazione under 45 anni).
“Per Credem la responsabilità sociale d’impresa non ha mai rappresentato l’esecuzione di un mero adempimento, ma un obiettivo primario che guida le nostre azioni”, ha dichiarato Luigi Ianesi, responsabile relazioni esterne di Credem. “Iniziative come l’Osservatorio Opinion Leader 4 Future rappresentano un impegno concreto per realizzare un impatto positivo nella società, accrescendo la cultura informativa delle persone su temi cruciali come la prevenzione dei rischi naturali” prosegue Ianesi. “Siamo convinti che persone consapevoli e informate possano contribuire attivamente per generare una società più attenta e capace di prendere decisioni appropriate per proteggersi dalle calamità naturali, migliorando la qualità della vita e la sicurezza di ogni cittadino”, ha evidenziato Ianesi.
“I rischi naturali rappresentano sempre più una minaccia reale e concreta alla sicurezza delle persone, degli ambienti e delle infrastrutture essenziali. Comprendere le vulnerabilità tipiche e gli aspetti di criticità è fondamentale. Per farlo al meglio è necessario focalizzarsi sulla definizione di buone pratiche della comunicazione dei rischi e sull’alta formazione professionale”, ha sostenuto Barbara Lucini, ricercatrice Itstime e coordinatrice didattica del Master in Crisis & Disaster Management.

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