Israele e Hamas: Upp, “taglio fondi a Unrwa punizione collettiva verso la popolazione palestinese”

(Foto AFP/SIR)

“Crudele”: così l’ong “Un Ponte Per” (Upp) stigmatizza la decisione di tagliare i fondi all’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. Anche l’Italia è tra i 9 paesi che hanno sospeso i fondi all’Unrwa, a seguito delle accuse di Israele nei confronti di 12 dipendenti dell’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite, di un loro presunto coinvolgimento nell’attacco di Hamas del 7 ottobre. Il taglio annunciato rappresenta “una fetta spaventosa del budget di sussistenza”. Circa il 57% del totale. Tale taglio, denuncia l’ong “avrà delle conseguenze tragiche” anche sui palestinesi che vivono fuori della Striscia di Gaza. “Se continueranno queste politiche verso l’Unrwa, i bambini e le bambine palestinesi non avranno scuole, ospedali o servizi medici a cui rivolgersi”, ci ha detto Kassem Aina, fondatore di Beit Atfal Assomoud, organizzazione palestinese con la quale Upp, dal 1997, porta avanti il programma di Sostegno a Distanza per garantire educazione e assistenza medica a bambini e bambine dei 12 campi ufficiali presenti in Libano. I campi nel Paese dei Cedri, dove vivono ufficialmente 250.000 palestinesi, spiega Upp, “sono insediamenti più simili a ghetti, a volte circondati da muri e sorveglianza militare, sovraffollati, disorganizzati e con infrastrutture decadenti. Non hanno quindi diritto ai servizi sociali essenziali, compresa l’assistenza sanitaria e l’istruzione, fornite solo da organizzazioni internazionali, tra cui l’Unrwa”. “Quello a cui stiamo assistendo – conclude Upp – sembra essere l’ennesimo atto di punizione collettiva nei confronti di una delle popolazioni più vessate dell’ultimo secolo. Le conseguenze di queste scelte colpiranno la vita di milioni di persone che, in molti casi, non hanno neanche mai messo piede a Gaza o in Palestina”.

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