Scuola cattolica: card. Zuppi, “non vuole diventare scuola dei privilegiati”. “Può essere di aiuto alla società” ma “il suo patrimonio educativo va ripensato e rilanciato”

“La scuola cattolica non vuole diventare la scuola dei privilegiati. Per fare questo dovrebbe allargarsi, ma si scontra con difficoltà oggettive. Poiché non vuole diventare la scuola dei privilegiati, mi auguro che possa trovare il modo di aiutare ad affrontare l’evidente carenza formativa e avere più stabilità”. Lo ha detto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in un’intervista a la Civiltà Cattolica. In dialogo con il direttore p. Nuno da Silva Goncalves e con Simone Sereni, Zuppi ha affermato: “Credo che la scuola cattolica possa essere di aiuto alla società, perché custodisce una riserva di valori, di consapevolezza, di senso del bene comune, di umanesimo cristiano che è intimamente legato all’evangelizzazione”. Tuttavia, secondo il cardinale, il suo “patrimonio educativo” va “ripensato e rilanciato, superando paure e timidezze per confrontarsi con le sfide vere, con la ricostruzione delle relazioni e del loro contenuto. Pensiamo alle questioni morali. Abbiamo qual cosa da dire? Certo, caspita! Il mondo è pieno di gente che si fa del male e vive male. Solo che la nostra può sembrare una proposta poco attraente, percepita come moralismo e non come sapienza antropologica”. Invece, “sarebbe la nostra specialità insegnare la bellezza di amare ed essere amati, e tendenzialmente riduciamo questo a una proposta scheletrica, impoverita, poco bella, poco piacevole. Siamo percepiti come un vestito troppo stretto, oppure come una bellissima divisa”, però “poi il mondo va da un’altra parte”.

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