Papa Francesco: “il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo”, “modello di crescita ci divide e ci ruba il futuro”

“L’esodo dalla schiavitù alla libertà non è un cammino astratto”. Lo spiega il Papa, nel Messaggio per la Quaresima, diffuso oggi, sul tema: “Attraverso il deserto Dio ci guida alla libertà”. “Affinché concreta sia anche la nostra Quaresima, il primo passo è voler vedere la realtà”, propone Francesco, ricordando che, “quando nel roveto ardente il Signore attirò Mosè e gli parlò, subito si rivelò come un Dio che vede e soprattutto ascolta: ‘Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo dal potere dell’Egitto e per farlo salire da questa terra verso una terra bella e spaziosa, verso una terra dove scorrono latte e miele’”. “Anche oggi il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo”, il monito del Papa: “Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove? Molti fattori ci allontanano gli uni dagli altri, negando la fraternità che originariamente ci lega”. Di qui l’attualità delle due domande poste dal Santo Padre nel suo viaggio a Lampedusa, a proposito della “globalizzazione dell’indifferenza”: “Dove sei?” e “Dov’è tuo fratello?”. “Il cammino quaresimale sarà concreto se, riascoltandole, confesseremo che ancora oggi siamo sotto il dominio del Faraone”, scrive Francesco: “È un dominio che ci rende esausti e insensibili. È un modello di crescita che ci divide e ci ruba il futuro. La terra, l’aria e l’acqua ne sono inquinate, ma anche le anime ne vengono contaminate. Infatti, sebbene col battesimo la nostra liberazione sia iniziata, rimane in noi una inspiegabile nostalgia della schiavitù. È come un’attrazione verso la sicurezza delle cose già viste, a discapito della libertà”.

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