Processo in Vaticano: il 18 luglio la requisitoria del Promotore di Giustizia

La sessantunesima udienza del processo in corso in Vaticano per gli investimenti della Segreteria di Stato a Londra è stata di carattere procedurale. Lo ha riferito il “pool” di giornalisti ammessi nell’Aula Polifunzionale dei Musei Vaticani. L’udienza è durata circa quattro ore e mezza, con due lunghe interruzioni per due ordinanze relative alle richieste delle difese. Nel dettaglio, la difesa del cardinale Angelo Becciu e di Fabrizio Tirabassi ha richiesto un supplemento di documentazione relativo al bilancio – depositato dal Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi – contenente le cifre versate dallo Ior alla Santa Sede ogni anno: la documentazione prodotta era relativa agli anni dal 2013 al 2023, e le difese hanno richiesto un supplemento di documentazione per avere a disposizione tutti i bilanci, a partire dal 2004, dei 16 enti vaticani. La difesa di Raffaele Mincione, inoltre, ha richiesto un supplemento di documentazione per i contratti stipulati dalla Segreteria di Stato con quattro società. La seconda richiesta, avanzata dalle difese di Enrico Crasso e Fabrizio Tirabassi, riguarda invece l’utilizzo della testimonianza di Gianlugi Torzi, che finora non si è mai presentato in aula per ragioni diverse. Dopo l’arresto, Torzi  aveva prodotto dichiarazioni e un memoriale, accusando anche terze persone. Il presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, con un’ordinanza ha disposto che della testimonianza di Torzi si può usare solo la parte che riguarda le imputazioni a Torzi stesso, ma non quella dove Torzi pronuncia accuse nei confronti di terzi, “perché non c’è stato controinterrogatorio”. Con una seconda ordinanza, Pignatone ha inoltre rigettato la richiesta delle difese di un  supplemento di documentazione, motivandola con la presenza di prove e documenti sufficienti.  Quanto alla richiesta avanzata dalle difese di poter ascoltare come persone informate dei fatti alcuni consulenti, Pignatone l’ha rigettata spiegando che “sarebbe stato pleonastico e rischioso per le stesse difese”. Prossima udienza il 18 luglio, quando comincerà la requisitoria di Diddi.

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