Fafce: Speranza (segretario) in Ucraina. Focus su demografia e natalità. “Mi hanno detto: a cosa serve difendere i confini, se qui non vivrà più nessuno?”

Nicola Speranza, al microfono, durante un momento della visita a Kiev (Foto Fafce)

(Strasburgo) Il segretario generale della Fafce, Nicola Speranza, è intervenuto venerdì scorso a Kiev alla prima conferenza internazionale, dall’inizio della guerra, organizzata dalla società civile in Ucraina sulla famiglia e la dignità umana. È la terza volta che la Federazione europea delle associazioni familiari Cattoliche promuove e partecipa ad un incontro dell’associazionismo familiare in questo Paese. “Ciò che ha più colpito è stato l’accento dato alle tematiche della denatalità e dello spopolamento”, dichiara oggi Nicola Speranza al Sir: “l’emigrazione forzata di tante famiglie, la crisi economica, l’impegno di tanti sul fronte e le numerose vittime civili e militari, non hanno fatto che aumentare in maniera tragica e cruenta la crisi demografica già in corso: in effetti, già un anno prima dell’invasione russa, il tasso di fecondità totale era di 1,16 figli per donna, tra i più bassi del pianeta. Anche se le statistiche ufficiali non sono ancora disponibili, alcuni demografi affermano che nel 2023 si arrivi ad un tasso di 0,55, inferiore a quello della Corea del Sud, che ad oggi detiene il record mondiale di Paese col tasso di fecondità più basso (0,78 nel 2022)”. A Kiev “è stato notato come queste problematiche, rese ancora più complesse dalla guerra, non sono meno importanti della difesa nazionale: detto da ucraini, da quella stessa società civile che sta soffrendo tanto, ciò assume un valore ancora più grande. In effetti, qualcuno ha fatto notare: ‘a cosa serve difendere il Paese ed i suoi confini, se non avremo nessuno che vi potrà vivere?’”.
A Nicola Speranza è stato chiesto come si possa valutare una buona politica familiare e se oggi in Europa vi siano Paesi da prendere ad esempio. Il segretario generale fafce ha risposto evidenziando come la politica familiare francese, a lungo considerata esemplare in tutto il mondo, abbia le sue radici proprio nella storica tensione geopolitica che il Paese d’Oltralpe aveva con la Germania, in un antagonismo che ha avuto sbocchi sanguinari. “Ma oggi non dobbiamo ripetere gli errori del passato, perché investire nella famiglia non significa investire nell’espressione di potenza dello Stato, ma nel futuro. E qui stiamo già costruendo l’Ucraina di domani”. “Ciò va fatto – ha proseguito Speranza – non seguendo modelli specifici, anche se attualmente vi sono buoni esempi che hanno aiutato a rallentare il calo della natalità, come in Ungheria o in Macedonia, ma realizzando politiche che partano dal basso, in ascolto della società civile e soprattutto dell’associazionismo familiare, il più vicino ai bisogni concreti delle famiglie”. Da qui l’importanza di sostenere lo sviluppo e la creazione di reti di famiglie, che sono già attive e presenti.

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