Tawadros II al Papa: “invochiamo per tutto il mondo la pace, sia la priorità dei capi e dei popoli”

“Abbiamo scelto l’amore, anche se andiamo controcorrente rispetto al mondo avido ed egoista; abbiamo accettato la sfida dell’amore che Cristo ci chiede e saremo veri cristiani e il mondo diverrà più umano, perché tutto il mondo saprà che Dio è amore e che questo è il suo nome più alto”. È il saluto di Tawadros II, Papa d’Alessandria e Capo della Chiesa ortodossa copta, al Papa, durante l’udienza di oggi, presieduta da entrambi sul sagrato di piazza San Pietro. Il patriarca si legge nel testo, diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, ha inoltre ringraziato Francesco per la sua “preziosa visita” in Egitto nel 2017, che “fu una grandissima benedizione per tutto l’Egitto”. “Nonostante le differenze delle nostre radici e appartenenze, ci accomuna l’amore di Cristo che abita in noi e la schiera dei nostri padri apostoli e dei santi ci circonda e ci guida”, le parole di Tawadros: “Siamo giunti a voi, in questa mattina benedetta, dalla Terra in cui predicò Marco apostolo, e la sua Cattedra fu stabilita ad Alessandria per essere una delle sedi apostoliche più antiche nel mondo, la terra d’Egitto. La storia e la civiltà dicono di essa di appartenere alla natura: suo padre è la storia e sua madre la geografia. Sono venuto a voi dalla Chiesa copta fondata anticamente da una profezia nel libro del profeta Isaia: ‘In quel giorno ci sarà un altare nella terra d’Egitto e una stele al suo confine’. Fu santificata con la visita della Sacra Famiglia, che benedisse la terra da oriente a occidente, da nord a sud. L’Egitto da cui si diffuse e si affermò il monachesimo cristiano con i suoi santi Antonio, Macario e Pacomio, ispirando la scuola di Alessandria, faro della teologia nella storia, che era ed è tuttora luogo sacro per la preghiera davanti a Dio. E crediamo che sia conservata non solo nelle mani di Dio ma anche nel suo cuore”. “Vincere il male del mondo, con tutte le sue debolezze come ci hanno insegnato i nostri padri, ed essere all’altezza della responsabilità che abbiamo, e vivere come dolce profumo di Cristo in questo mondo e riunirci per la sua pace”, l’auspicio finale: “Invochiamo per tutto il mondo una pace che trascenda ogni mente, pregando perché arrivi in ogni dove e perché sia la priorità dei capi e dei popoli”.

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