Ecumenismo: “Insieme per l’Europa”, ieri a Roma, cattolici, evangelici, ortodossi, anglicani, pentecostali in preghiera per la pace. “La guerra non è mai la soluzione”

(Foto Insieme per l'Europa)

(Foto Insieme per l’Europa)

“Mentre il nostro mondo distrutto è lacerato dalla violenza, dalla guerra, dall’avidità, dalla corruzione e dall’ingiustizia”, “veniamo a te questa sera per implorare la pace che solo tu puoi dare e che è portatrice di vita e di amore”. La voce dell’arcivescovo Ian Ernest, direttore del Centro anglicano di Roma, risuona nella chiesa di S. Maria in Campitelli, a Roma, insieme a quella dei rappresentanti delle varie Chiese, comunità e movimenti che nella “Giornata dell’Europa” si sono dati appuntamento qui nel cuore della città, per implorare il dono della pace. “Dialogo: cultura dell’incontro per conquistare la pace” è il titolo dell’incontro che riporta anche le parole profetiche di David Sassoli, “È il momento dell’unità. Ci salveremo solo insieme!”. A promuoverlo nel giorno in cui l’Europa celebra l’anniversario della firma della “dichiarazione Schuman”, è stata “Insieme per l’Europa”, una rete di oltre 300 comunità e movimenti cristiani diffusi in tutto il Continente.
Prima della preghiera ecumenica, l’ambasciatore Pasquale Ferrara, attuale direttore generale degli Affari politici e di sicurezza del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, ha parlato di “pace possibile” e anche del ruolo che le Chiese e le religioni possono avere nel difficile processo di riconciliazione, anche in contesti di conflitto. Sono poi seguite due esperienze: una storia di riconciliazione familiare raccontata da una giovane signora del Rinnovamento nello Spirito e il percorso di rinascita di un giovane del Movimento dei Focolari, ex bambino soldato, della Sierra Leone. Storie – è stato detto – che hanno riportato il tema della pace e della sua costruzione anche nella vita quotidiana e nei luoghi dove si vive. Ad ascoltare in sala oltre all’arcivescovo anglicano, c’erano rappresentanti della Chiesa ortodossa romena, il pastore Daniele Garrone, presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, il pastore Luca Negro della Fcei, rappresentanti della Chiesa greco-ortodossa e membri delle comunità pentecostali e dell’Esercito della Salvezza.
“La guerra è madre di tutte le povertà. Distrugge ciò che si è conquistato negli anni, annienta il presente riducendolo a sopravvivenza, impedisce il futuro”, ha detto Maria Attias della Comunità di Sant’Egidio. “Fa’ che possiamo davvero ripudiare la guerra, che non è mai la soluzione alle contese”, le ha fatto eco la pastora metodista Mirella Manocchio, presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia, “che si ponga fine alla fabbricazione di armi e di altri strumenti di morte”, e che tutti insieme, governanti e cittadini, comprendiamo che soltanto la giustizia e la pace sollevano le nazioni”.

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