Messico: tensione tra il presidente López Obrador e il partito Morena con la Chiesa e settori dell’episcopato, dopo la denuncia dell’assenza dello Stato in alcuni territori

Forte tensione tra il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, e la Chiesa messicana, in particolare alcuni vescovi di zone particolarmente colpite dalla violenza dei cartelli del narcotraffico e delle bande criminali.
Il presidente della Repubblica ha dichiarato ieri di essere colpito dalla coincidenza tra il contenuto della relazione che i vescovi messicani presenteranno a Papa Francesco durante la visita ad limina prevista in luglio (contenuti, in realtà, in qualche modo solo ipotizzati dalla stampa messicana, sulla base degli allarmi della Chiesa messicana stessa sui livelli pervasivi che la violenza ha raggiunto in alcuni Stati messicani) e la posizione del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. La coincidenza, secondo López Obrador, sarebbe nella denuncia che ci sono regioni del Paese dominate da gruppi di criminalità organizzata. “Mi colpisce molto il fatto che ci sia una coincidenza, questo è quello che dicono alcuni senatori repubblicani e anche quelli del Dipartimento di Stato americano. Non voglio dire che siano d’accordo, ma è anche quello che dice la gerarchia cattolica”. Il capo dello Stato ha invece definito “un santo” Papa Francesco.
La polemica, soprattutto, divampa nello Stato del Guerrero, dove il partito di governo, Morena, ha preso le distanze in un comunicato dai vescovi locali. I contrasti nelle ultime settimane si sono registrati tra il governo del morenista Salgado Pineda, il vescovo di Chilpancingo-Chilapa, mons. Jesús González, il vescovo emerito, mons. Salvador Rangel, e l’arcivescovo di Acapulco, Leopoldo González. I vescovi, con accenti diversi, hanno, di fatto, lamentato l’assenza dello Stato e hanno denunciato che il territorio è completamente in mano ai cartelli criminali. Gli attacchi di Morena sono saliti di tono dopo le dichiarazioni del vescovo Rangel, in realtà non nuove (vedi intervista al Sir del 17 febbraio 2020) sulla sua scelta, del tutto personale e comunque disperata e paradossale, di cercare in alcune occasioni dei contatti con i capi dei cartelli, nel tentativo di frenare la violenza dei cartelli contro la popolazione civile. “Condanniamo categoricamente questo tipo di dichiarazioni che cercano solo di destabilizzare e screditare un governo legittimo, che proviene dal popolo e che ogni giorno fa del suo meglio per trasformare le condizioni di vulnerabilità che sono state ereditate e che si stanno combattendo come mai prima d’ora in Guerrero”, scrive il partito di governo.

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