Terremoto in Turchia e Siria: Ccee, “vicinanza alla comunità di Iskenderun e ad Aleppo, città già martire della guerra”. “Gratitudine ai soccorritori”

Da Praga, dove si sta svolgendo l’Assemblea continentale del Sinodo, le Chiese che sono in Europa esprimono la loro vicinanza alle popolazioni del sud della Turchia e del nord della Siria colpite duramente dal terremoto della notte del 6 febbraio scorso.
“L’enorme numero di morti – con un bilancio destinato a salire – la distruzione, la sofferenza di tante persone ci hanno profondamente colpiti e toccati nell’animo. È una ferita profonda, che in Siria si va ad aggiungere a quella della guerra che ormai da 12 anni imperversa sul territorio”, si legge nella dichiarazione dei partecipanti all’Assemblea in corso a Praga fino al 12 febbraio. “Siamo vicini alla comunità del Vicariato di Iskenderun, che ha visto la sua cattedrale distrutta, fortunatamente senza pagare un prezzo di vite umane – prosegue la dichiarazione -. Il nostro pensiero va al vicariato di Anatolia, che vive una difficile situazione di distruzione. Guardiamo ad Aleppo, città che in Siria è stata martire della guerra e che ora vive questo ulteriore martirio. Soprattutto, il nostro pensiero e la nostra gratitudine vanno a quanti, in questo momento, stanno portando i soccorsi, in condizioni difficilissime, con temperature invernali”. “Le nostre Caritas sono impegnate a fronteggiare l’emergenza, curare i feriti, consolare quanti hanno perso familiari, trovando un tetto a quanti non ce l’hanno più. Le Chiese locali stanno portando già ogni tipo di aiuto e accoglienza, e sono un esempio luminoso a cui guardiamo con ammirazione.
Con commozione – concludono i delegati presenti all’Assemblea -, le Chiese che sono in Europa si stringono alle popolazioni piagate dal terremoto, rinnovando le preghiere e annunciando fin da ora ogni possibile sostegno per far fronte all’emergenza”.

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