Diocesi: mons. Battaglia (Napoli), “i poveri ci salvano, il loro volto ci chiede di ‘restare umani’”

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

“A volte crediamo che i poveri ci scomodano, li consideriamo emergenze da risolvere in fretta e furia nel tentativo di voltare pagina e far finta che non esistano. Ma il Signore con il suo Vangelo ci ha insegnato il contrario: i poveri ci salvano, ci offrono l’opportunità di amare fino in fondo e gratuitamente, il loro volto ci chiede di ‘restare umani’, diseppellendo la nostra umanità dai detriti dell’egoismo, da un’economia malata fondata sui valori malati del guadagno a tutti i costi, della competizione ad oltranza, dell’indifferenza assoluta verso chi resta indietro”. Lo scrive l’arcivescovo di Napoli, mons. Mimmo Battaglia, in una lettera aperta scritta in occasione del 35° anniversario della sua ordinazione sacerdotale, avvenuta il 6 febbraio 1988.
“I poveri ci salvano, ci salvano i 107 fratelli e sorelle che sono arrivati” ieri a Napoli “con la nave Sea-Eye 4 e noi faremo memoria di Lui lasciandoci salvare e accogliendoli!”. Per il presule, “i poveri ci salvano; e ci salvano coloro che si mettono al loro servizio, come i tanti operatori della Prefettura, del Comune, delle Asl, della Caritas, della Croce rossa, del volontariato e dell’associazionismo e noi faremo memoria di Lui condividendo il loro servizio, spalancando le braccia a questi nostri fratelli e sorelle migranti!”. E aggiunge: “I poveri ci salvano, perfino quelli oramai senza più vita, come i due le cui salme avvolte da coperte ho benedetto tra le lacrime e noi faremo memoria di Lui nella misura in cui combatteremo per un mondo più giusto, solidale, equo, evitando che il mare divenga un cimitero per questi nostri fratelli!”. E ancora: “I poveri ci salvano come ha salvato la mia speranza una donna che tra le lacrime è scesa dalla nave, si è prostrata e ha baciato la terra che per lei aveva il sapore della speranza e noi faremo memoria di Lui se la speranza pervaderà davvero e fino in fondo la nostra vita, condividendola con coloro a cui l’indifferenza umana l’ha sottratta! I poveri ci salvano, perché i loro volti sono per noi il volto stesso di Cristo, perché le loro voci sono per noi la voce stessa di Cristo che ci invita a essere pane spezzato, amore donato, uomini e donne che ogni giorno rendono la loro vita ‘Eucarestia’ in memoria di Lui”.
Ricordando “il giorno in cui per la prima volta pronunciai da prete le parole della Cena, per fare fino in fondo in sua memoria”, conclude mons. Battaglia: “Non ho altra strada che farmi, insieme alla Chiesa napoletana che il Signore mi ha affidato, casa accogliente, città ospitale, voce disposta a gridare nel deserto dell’indifferenza il dovere dell’accoglienza, il sacramento dell’ospitalità!”.

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