Giuristi cattolici: card. Mamberti, perseguire “giustizia, equità e bene comune”

Il 73° Convegno nazionale di studio dell’Unione giuristi cattolici italiani (Ugci), celebrato a Catania, all’Università, nella sede del Monastero dei Benedettini, si è concluso ieri con la messa presieduta dal card. Dominique Mamberti, prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica e assistente ecclesiastico dell’Unione internazionale dei giuristi cattolici, nella cattedrale di Sant’Agata Vergine e Martire. Il convegno ha ricevuto dal capo dello Stato Sergio Mattarella la medaglia del presidente della Repubblica. “Sono stati giornate di grande riflessione e certamente portiamo a casa dei frutti di conoscenza e di buona volontà per continuare il nostro lavoro”, ha sottolineato in chiusura di convegno il card. Francesco Coccopalmerio, assistente ecclesiastico dell’Ugci, che ha continuato: “Io penso che la missione del giurista cattolico sia quella veramente di portare negli ambienti che noi frequentiamo normalmente la testimonianza di Gesù come autore e perfezionatore, diciamo, della nostra fede, come dice la lettera agli Ebrei, ma anche come testimone della verità del diritto e quindi ci affidiamo a lui e al suo spirito perché ci guidi nella nostra missione”. La sessione conclusiva del convegno si è aperta con l’intervento di Alessandro Benedetti, professore di Diritto penale dell’economia all’Università Europea di Roma, sul tema “Il processo penale: tra verità processuale e ricostruzione storica (la trattativa stato mafia)”. “Verità, certezza, trasparenza e prevedibilità: le sfide della digitalizzazione e dei Big Data” è stato il tema su cui è intervenuto Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, che ha fatto notare come “oggi sempre di più grazie ai Big Data utilizzati dalla Pubblica Amministrazione la prevedibilità diventi o si avvicini ad essere strumento per accertare la verità”. Infine il card. Mamberti è intervenuto sul tema “Verità, certezza e giustizia. Coordinate per il giurista cattolico”. Citando San Giovanni Paolo II nell’udienza ai partecipanti all’incontro promosso dall’Unione internazionale dei giuristi cattolici, il prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura apostolica ha concluso: “L’identità cattolica e la fede che anima i giuristi cattolici non forniscono loro conoscenze specifiche dalle quali sarebbero esclusi quanti non sono cattolici. Ciò che giuristi cattolici e quanti condividono la loro fede possiedono è la consapevolezza che il loro appassionato lavoro a favore della giustizia, dell’equità e del bene comune s’inscrive nel progetto di Dio che invita tutti gli uomini a riconoscersi come fratelli, come figli di un Padre unico e misericordioso, e conferisce agli uomini la missione di difendere ogni individuo in particolare i più deboli e di costruire la società terrena conformemente alle esigenze dei Vangeli”.

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