Diocesi: mons. Villano (Ischia), a un anno dall’alluvione “ricordiamo i nostri fratelli morti e il bene di cui siamo stati testimoni. Responsabili del territorio in cui viviamo”

“Questa sera siamo qui per ricordare i nostri fratelli, che sono figli che hanno consegnato la loro vita a Dio”. Lo ha detto, ieri sera, il vescovo di Ischia, mons. Carlo Villano, nell’omelia della santa messa celebrata nella basilica di Santa Maria Maddalena a Casamicciola, ad un anno esatto dall’alluvione che ha causato oltre ad ingenti danni anche la morte di 12 figli dell’isola d’Ischia. “Questa è stata una giornata intensa, nella quale si è rinnovato il dolore in maniera forte. Ma è la sera della speranza, di chi crede che, se Gesù è risorto, anche noi risorgeremo insieme con Lui. È la sera in cui chiediamo a Gesù Buon Pastore e Re dell’Universo di sostenerci nel cammino della vita, di aiutarci a credere che questi nostri fratelli e sorelle risorgono insieme con il Lui e Lo guardano faccia a faccia”.
Il presule ha ricordato anche tutto il bene che è stato seminato lo scorso anno in quei giorni così dolorosi: “Siamo qui anche per rendere testimonianza del bene che riusciamo ad operare, del bene che siamo chiamati a fare e di cui tutti un anno fa siamo stati testimoni. L’anno scorso io non ero ancora qui con voi ma ero a Pozzuoli e la cosa che mi ha più colpito è stato proprio il vedere come tutta la comunità isolana si sia sentita partecipe di questo dolore e sia scesa in campo per fare la propria parte, i giovani soprattutto in modo particolare. Credo che questo bene sia un segno di forte speranza, un motivo per guardare con fiducia al presente e al futuro. E questo bene testimoniato è proprio la presenza viva di Cristo Risorto in mezzo a noi. Si, noi possiamo dire che in questa comunità abbiamo incontrato il Signore, lo abbiamo incontrato nel bene che ci siamo sforzati di fare, lo abbiamo incontrato nel volto di chi ha vissuto questo dolore in prima persona”.
Infine un appello a vivere tutti la prossimità verso chi sta vivendo ancora il dolore di questa prova e verso l’ambiente e il territorio isolano: “Noi vogliamo pregare e sperare che questi nostri fratelli e sorelle non siano morti invano, vogliamo pregare e sperare di non piangere più per cause come queste. Allora sentiamoci tutti responsabili come comunità del fragile ambiente in cui viviamo; credo che questa sia una responsabilità di tutti: vivere con attenzione, premura e rispetto in questo nostro territorio. Affidiamo queste nostre intenzioni alle mani di Maria, qui venerata come Vergine della notte, perché ci guidi verso l’alba di un giorno nuovo”.

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