Don Milani: card. Betori, “sofferta ma radicale fedeltà ecclesiale” scaturita “da fede altrettanto radicale nel Signore”

“Come Papa Francesco, siamo conviti” che la “sofferta ma radicale fedeltà ecclesiale” di don Lorenzo Milani “poteva scaturire solo da una fede altrettanto radicale nel Signore Gesù”. Così il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori,  nella relazione tenuta sabato a San Donato a Calenzano (FI) a conclusione del Convegno pastorale nell’ambito delle iniziative promosse dal Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di don Milani.
“Il suo stare saldamente nella Chiesa, ma con una libertà e una sincerità che, non sempre comprese al suo tempo e anzi foriere di contrasti e accuse dolorose, costituiscono il duplice volto di una radicale fedeltà – ha osservato Betori -. La sua voce scomoda non era tale in forza di una volontà di critica verso la Chiesa, ma il frutto di un amore che si nutriva di verità. Il suo stesso confronto con il Vescovo assume anche toni aspri, ma è guidato dal non voler far mancare al suo pastore la verità e voler costruire insieme la comunione. Non chiedeva infatti altro che il riconoscimento dell’ecclesialità del suo percorso”.  Questo riconoscimento, secondo il porporato, “è ciò che a cinquant’anni dalla morte venne a offrire Papa Francesco a Barbiana: ‘Il gesto che ho oggi compiuto vuole essere una risposta a quella richiesta più volte fatta da don Lorenzo al suo Vescovo, e cioè che fosse riconosciuto e compreso nella sua fedeltà al Vangelo e nella rettitudine della sua azione pastorale'”, le parole del Pontefice in occasione della visita alla Tomba di don Lorenzo Milani, il 20 giugno 2017 a Barbiana. “Questo legame di appartenenza alla Chiesa, fortemente rivendicato da don Lorenzo era legato alla chiara coscienza che non dal consenso del pensiero egemone ma solo dalla misericordia della Chiesa poteva ricucire le ferite della vita”, ha concluso il card. Betori.

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