Migranti: Forti (Caritas italiana), “assurda l’assenza di risposte, le soluzioni ci sono”

Un dispositivo di ricerca e soccorso in mare; evitare ritardi eccessivi nell’assegnare i porti; ristrutturare l’hot spot di Lampedusa per adeguarlo ai numeri e prevedere un sistema di trasferimento veloce verso altri porti; incentivare vie legali e sicure come quelle dei corridoi umanitari. Dopo l’ennesima tragedia dei sei siriani morti di fame e sete su una imbarcazione arrivata a Pozzallo (tra cui tre bambini), Oliviero Forti, di Caritas italiana, elenca al Sir alcune soluzioni possibili per evitare altri morti nel Mediterraneo e rendere l’accoglienza dignitosa. “La modalità con cui sono morti questi bambini ha un tratto simbolico. Dà la dimensione di quello che sta accadendo: oggi, nel 2022, vedere nel Mediterraneo, alle porte dell’Europa, dei bambini che muoiono di sete e di stenti è qualcosa di insopportabile dal punto di vista emotivo e assurdo per l’assenza di risposte alle diverse richieste di aiuto rimaste inascoltate”. La richiesta all’Europa è di predisporre “un dispositivo di ricerca e soccorso in mare” ed “evitare ritardi eccessivi nell’assegnare i porti. Va trovata, in maniera dialogante, una via che possa essere sostenibile. Il fatto di ritardare il permesso agli sbarchi, se non è dovuto a motivi tecnici, rischia di essere una cattiveria gratuita, visto che prima o poi li fanno sbarcare”. A proposito dell’hot spot di Lampedusa di nuovo al collasso con 1.000 presenze (su 350 posti disponibili) a suo avviso sarebbe necessario “intervenire sul centro ristrutturandolo per adeguarlo ai numeri e prevedere un sistema di trasferimento veloce da Lampedusa verso altri porti”. “Investendo pochi milioni di euro – suggerisce Forti – si potrebbe fare un salto di qualità che sarebbe riconosciuto anche a livello europeo. Invece spesso siamo additati per come gestiamo la situazione quando invece avremmo tutte le competenze e le risorse per migliorare. Potremmo presentarci all’estero come i primi della classe, non sarebbe difficile. I migranti continueranno ad arrivare ma accoglierli in una struttura dove le condizioni sono dignitose e il servizio offerto è di qualità e i trasferimenti veloci è possibile”. Infine la via dei corridoi umanitari, la risposta che sta dando la società civile con le Chiese e i protocolli ministeriali: “L’auspicio è che queste operazioni vengano sempre più emulate. Perché se si crea un sistema istituzionale a livello nazionale ed europeo, nel quale le vie legali d’ingresso diventano la norma, diminuirebbero di tanto le morti in mare e la necessità che le persone debbano partire”.

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