Ucraina: S.B. Schevchuk a Pontificio Consiglio unità dei cristiani, “nel nostro Paese catastrofe umanitaria, fosse comuni e violenze su donne e bambini”

Quella che sta avvenendo in Ucraina è una catastrofe umanitaria, con 10 milioni di cittadini ucraini costretti a lasciare le proprie case e quasi 5 milioni di ucraini che hanno abbandonato il Paese, mentre “nei territori occupati e poi liberati si sono scoperte cose tragiche”, come “fosse comuni”, che sono oggi “luoghi di preghiera per tutti: ortodossi, cattolici, protestanti, ebrei, musulmani”. È uno stralcio della drammatica testimonianza, che Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina, ha offerto in un intervento oggi in videoconferenza con la plenaria del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Oltre ai corpi massacrati, c’è il grande dramma degli stupri, perché – ha denunciato Sua Beatitudine – sono “stati violentati uomini, donne, bambini”. E poi, gli edifici religiosi: “In 70 giorni di guerra, quasi 100 chiese, monasteri ed edifici religiosi sono stati distrutti”. In questa tragedia, ha detto Sua Beatitudine, “tutti i gruppi religiosi in Ucraina si sono trovati uniti come mai prima”, a partire dal Consiglio delle Chiese e delle comunità religiose che “rappresenta il 95 per cento della società religiosa in Ucraina” ed ha pubblicato 17 documenti durante questi settanta giorni di guerra. “Proprio alla vigilia dell’attacco russo, quando avevamo già ricevuto delle notizie e gli ambasciatori stranieri stavano abbandonando la città di Kyiv, in una seduta notturna il Consiglio ha fatto un appello al presidente russo di fermarsi. Ci siamo proposti come i mediatori: se i diplomatici i politici non erano capaci di evitare lo scontro armato, volevamo noi, uomini di Chiesa, essere mediatori di pace”.

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