Otto marzo: Terre des Hommes, “1 ragazza su 2 subisce quotidianamente molestie in strada e 4 su 10 sono vittime di violenza fisica, psicologica, sessuale o verbale”

La Giornata internazionale della donna diventa il megafono per amplificare la voce delle ragazze e dei ragazzi della Gen Z, rispetto alla più grande e trasversale sfida del nostro secolo, il raggiungimento della parità di genere.
Sono oltre 1.700 gli adolescenti coinvolti nell’“Osservatorio indifesa” realizzato da Terre des Hommes e OneDay Group, anche grazie al supporto di Bic® e Bic Corporate Foundation, che hanno voluto esprimere l’insofferenza verso pregiudizi e retaggi culturali che ancora frenano l’uguaglianza tra uomini donne nella nostra società.
In effetti i dati parlano chiaro e anche tra le ragazze più giovani le discriminazioni di genere sono una certezza difficile da scalfire. “Il 68,7% di loro pensa che il proprio futuro e le proprie scelte saranno limitate da retaggi culturali maschilisti e retrogradi, pregiudizi e stereotipi – si legge in una nota di Terre des Hommes –. Come afferma il 43,4% delle ragazze la scuola è uno degli ambienti dove avvengono più discriminazioni, o violenza, seguito da social network, mass media (rispettivamente con il 42% e il 35%) e la politica (38%), ma a stupire è soprattutto la percentuale di ragazze che si immagina il mondo del lavoro come luogo più a rischio, ne è convinta il 63,5%”. Visto dalla prospettiva delle giovani donne “anche il web è un luogo pericoloso, il 65% teme di subire Revenge porn quando è in rete”.
Le ragazze inoltre hanno piena consapevolezza delle diverse forme che può assumere “la violenza di genere, o perché vi hanno assistito, il 70% tra le intervistate ha assistito a violenza verbale (insulti e parolacce) e il 53,6% tra loro ha assistito a violenza psicologica contro altre donne, oppure perché ne sono le prime vittime: 4 ragazze su 10 hanno subito violenza fisica, psicologica, sessuale o verbale e il 53% ci dice di subire molestie per strada (cat calling)”.
Le nuove generazioni sono stanche di aspettare e “sanno di dover scendere in campo da protagoniste per cambiare le cose, lo afferma il 54% dei giovani, ma un maggior impegno è richiesto anche a insegnanti (56%) alla famiglia (49,4%) e ai politici (44,4%)”.

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