Vocazioni: don Rosini, “i seminaristi una volta parroci dovranno inventare un percorso per reggere all’impatto del mondo”

(Foto Cooperativa Sophia)

“Come si fa a costruire la coscienza cristiana di un ragazzo? Ecco la risposta mirabile in questo libro che non nasce da un’idea ma dal servizio, da un’esperienza”. Così don Fabio Rosini, direttore del Servizio per le vocazioni della diocesi di Roma, ha commentato il libro di don Alessandro Di Medio, intitolato “Discernere da giovani – vol. 1 Gli ostacoli” (Ed. San Paolo). Il volume è stato presentato in un incontro sabato presso il Pontificio Seminario romano maggiore, promosso dall’impresa sociale Sophia. “Lo Spirito Santo – ha continuato don Rosini – non dà le ispirazioni sulla base del modello dei Blues Brothers, cioè il raggio di luce mentre Joe Belushi ascolta un pezzo di James Brown. Lo Spirito Santo è amore e muove verso l’amore. L’ispirazione nasce così: davanti a un’emergenza reale, il cuore si muove per capire come rispondere. Don Alessandro quindi ha ascoltato il cuore per capire come muoversi verso i giovani. Oggi è un libro, ma prima ancora è stato un percorso che molti giovani hanno fatto e la bellezza del percorso è certificata dai frutti che si vedono addosso”. “Quando vado nei seminari a parlare – ha ricordato – mi diverto sempre a fare una domanda: come si porta una persona da un livello di ‘fede zero’ a uno di ‘fede formata’? Oggi viviamo la polarizzazione fra la prassi caritativa, sacrosanta ma che è un risultato, e la devozione ovvero la liturgia estrema. Perciò esistono parrocchie molto devozionali e parrocchie molto sociali. La devozione è necessaria, ed è una sorgente importante se vissuta con equilibrio, e la carità è un risultato. Fra la sorgente (i sacramenti) e il risultato ci dovrebbe essere l’educazione cristiana, la formazione”. “I seminaristi – ha sottolineato don Rosini – una volta divenuti vice parroci dovranno inventare un percorso. Don Alessandro è un pioniere, un rompighiaccio, che ha aperto una strada. Abbiamo un esercito di gente che ha ricevuto qualcosina nel catechismo della prima comunione e poi il nulla e dovrebbe reggere all’impatto di un mondo completamente estraneo”.

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