Ucraina: Cir e Save the Children, 21 bambini da orfanotrofio Kiev e 42 nuclei mamma-bambino trasferiti in Italia

(Foto: Francesco Alesi per Save the Children)

Cir (Centro italiano per i rifugiati) e Save the Children hanno lanciato insieme una operazione di soccorso e trasferimento in Italia di bambini e famiglie ucraine vulnerabili giunte al confine polacco in fuga dal conflitto. Due pullman attrezzati con beni di prima necessità e un team specializzato che comprende un pediatra e operatori esperti di protezione dei bambini e delle famiglie rifugiate hanno trasferito in Italia 21 bambini provenienti da un istituto per minori nei pressi di Kiev e 42 bambini con le mamme, per un totale di 92 persone. L’operazione di trasferimento è stata organizzata in coordinamento con il Dipartimento nazionale della Protezione civile. I 21 bambini non accompagnati sono oggi accolti dall’Istituto degli Innocenti, in collaborazione con il Comune e la Prefettura di Firenze, la Regione Toscana, il Tribunale dei minori. I nuclei delle mamme con i bambini accolti a Roma nella rete predisposta dalla Protezione civile della Regione Lazio. Le bambine e i bambini che vivono senza i genitori, quasi 100.000 in Ucraina secondo le stime. L’Ucraina ha un alto tasso di minori affidati alle istituzioni (1,3%). I bambini e le famiglie soccorse avevano già affrontato un lungo viaggio per raggiungere prima Leopoli e poi attraversare il confine con la Polonia, dove già più di 1 milione e 500mila profughi del conflitto, per la metà bambini, sono fuggiti per mettersi in salvo dai combattimenti. I bambini e adolescenti soli sono tra i 3 e i 17 anni. I nuclei familiari, composti da mamme con due o tre bambini tra i 3 e i 15 anni. “Abbiamo accolto bambini particolarmente provati, sia per la guerra che avevano vissuto sulla loro pelle, sia a causa di giorni passati senza dormire e senza la possibilità di fare dei pasti adeguati – racconta Niccolò Gargaglia, che ha guidato la missione per Save the Children –. I due pullman dove sono saliti sono stati il primo luogo dove hanno potuto riposare in sicurezza, dopo giorni e giorni di fuga”. Tre situazioni “sono state attenzionate subito perché richiedevano un trattamento immediato e che poi è continuato lungo tutto il tragitto fino all’Italia”, ha dichiarato Alessandro Ferretti, medico pediatra volontario che ha accompagnato gli operatori: “C’è bisogno di un impegno corale da parte dei Paesi europei per non lasciare da soli i bambini che sono tuttora in Ucraina o ai confini con i Paesi limitrofi, soprattutto se non accompagnati. Occorre assicurare un percorso sicuro che possa metterli in salvo, proteggendoli anche dal rischio di cadere in circuiti di traffico e di sfruttamento”. “Ora il nostro compito sarà quello di assistere queste famiglie e questi bambini affinché il loro percorso di integrazione sia positivo”, ha dichiarato Roberto Zaccaria, presidente del Cir.

(Foto: Francesco Alesi per Save the Children)

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