Pace: assegnato all’anglicano Michael Lapsley il Premio Niwano 2022

(Foto: Premio Niwano)

È stato assegnato a padre Michael Lapsley, sacerdote anglicano neozelandese che ha operato soprattutto in Sudafrica, il Premio Niwano per la pace 2022, per “la sua infaticabile battaglia contro l’apartheid e le discriminazioni sociali, il suo supporto al movimento di liberazione del Sud Africa e le varie attività a sostegno della pace in altre parti del mondo”, si legge nella motivazione del prestigioso riconoscimento giapponese, giunto alla sua 39ª edizione. Il Premio, oltre al certificato e alla medaglia, consiste in una somma di 20 milioni di yen (circa 150mila euro). La cerimonia di premiazione avverrà il 14 giugno a Tokyo.
Padre Lapsley è nato il 2 giugno del 1949 in Nuova Zelanda. Nel 1973, anno della sua ordinazione sacerdotale, arriva a Durban, in Sudafrica, dove abbraccia il movimento anti-apartheid guidato da Nelson Mandela e viene espulso più volte dal Paese per il suo impegno nell’African National Congress. Nel 1990, mentre si trova nello Zimbabwe, riceve una lettera-bomba da parte delle forze di sicurezza, nascosta tra due riviste religiose: a causa dell’esplosione, perde le mani e la vista in un occhio. “Nonostante questo episodio, non si amareggiò ma continuò il suo lavoro per costruire la riconciliazione”, commentano i component del Comitato nipponico che presiede al Premio. Nel 1993, padre Lapsley diventa cappellano del Centro traumatologico per le vittime della violenza e della tortura e nel 1998 fonda e diventa il direttore dell’Istituto per la guarigione dei ricordi (Ihom) a Cape Town, in Sudafrica, attraverso un approccio inclusivo che abbraccia persone di ogni età, genere, etnia, fede, compresi i gruppi più marginalizzati. Come attivista globale, padre Lapsley si rende conto che il razzismo non è confinato solo nel Sudafrica e promuove quindi un movimento globale fondando, tra l’altro, un Network internazionale per la pace, con le famiglie di coloro che hanno perso la vita l’11 settembre 2001 negli attacchi terroristici in Usa, in modo da promuovere “soluzioni efficaci e non violente al terrorismo”. “Padre Lapsley ha sviluppato la sua spiritualità a partire dalle sue riflessioni sull’ingiustizia, il dolore e la sofferenza causate dalle disuguaglianze sociali, a partire dalla sua conoscenza della Bibbia”, si legge ancora nella nota”, ma tramite un appello “universale e interreligioso”, contribuendo così “immensamente alla causa della pace e della cooperazione interreligiosa, in sintonia con la mission del Premio Niwano per la pace”.
Ogni anno, la Commissione del Premio Niwano seleziona scrupolosamente i candidati tra circa 600 candidature, presentate da persone e organizzazioni che rappresentano 125 Paesi. I leader religiosi provengono da ogni parte del mondo, e molti di essi sono impegnati in movimenti per la pace e la cooperazione interreligiosa. La Fondazione Niwano per la pace ha istituito il Premio Niwano per la pace “per onorare e incoraggiare individui e organizzazioni che hanno contribuito in maniera significative alla cooperazione interreligiosa, sostenendo la causa della pace nel mondo, e per far conoscere le loro opera nella maniera più ampia possibile”. L’auspicio è che in questo modo “si accresca il dialogo e la cooperazione interreligiosa e si incoraggi la crescita di sempre più persone impregnate a lavorare per la pace mondiale”. Il Premio prende il nome dal fondatore e primo presidente dell’organizzazione buddista laica Rissho Kosei-Kai, Nikkyo Niwano, che ha dedicato più della metà della sua vita a promuovere la pace nel mondo, specialmente attraverso il dialogo e la cooperazione interreligiosa. Tra i premiati nelle precedenti edizioni figurano, tra gli altri, il vescovo Helder Camara e la Comunità di Sant’Egidio.

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