Matrimoni: Istat, nel 2020 quasi il 20% delle nozze con almeno uno sposo straniero

“Nel 2020 sono state celebrate 18.832 nozze con almeno uno sposo straniero, in diminuzione del 44,9% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, la quota sul totale dei matrimoni è rimasta praticamente invariata: il 19,4% rispetto al 18,6% del 2019”. È quanto emerge dal report “Matrimoni, unioni civili, separazioni e divorzi” relativo all’anno 2020 diffuso oggi dall’Istat.
“I matrimoni misti (in cui uno sposo è italiano e l’altro straniero) ammontano a oltre 14mila (circa 10mila in meno rispetto all’anno precedente) e continuano a rappresentare la parte più consistente dei matrimoni con almeno uno sposo straniero: circa otto matrimoni su 10 con almeno uno straniero sono costituiti da coppie miste”, viene spiegato, aggiungendo che “oltre i tre quarti dei matrimoni misti riguardano coppie con sposo italiano e sposa straniera (10.870, pari all’11,2% delle celebrazioni a livello nazionale nel 2020). Le donne italiane che hanno scelto un partner straniero sono 3.453, il 3,6% del totale delle spose”.
Gli uomini italiani che nel 2020 hanno sposato una cittadina straniera hanno una moglie rumena nel 18,0% dei casi, ucraina nel 14,9%, russa nel 7,5% e brasiliana nel 5,9%. Le donne italiane che hanno contratto matrimonio con un cittadino straniero hanno invece più frequentemente sposi con cittadinanza marocchina (15,5%) o albanese (10,6%).
Considerando solo i matrimoni di stranieri in cui almeno uno dei due sposi sia residente in Italia (depurati quindi dall’effetto del “turismo matrimoniale”), nel 2020 sono state celebrate 3.591 nozze (-39,4%). I più diffusi sono quelli tra cittadini rumeni (859 nel 2020, pari al 23,9% dei matrimoni tra sposi stranieri residenti), nigeriani (607, pari al 16,9%) e ucraini (317, pari a 8,8%).
Al Nord e al Centro Italia quasi un matrimonio su quattro ha almeno uno sposo straniero mentre nel Mezzogiorno questa tipologia di matrimoni raggiunge l’11,3%. A livello regionale in cima alla graduatoria vi sono Umbria (25,8%), Lombardia (25,2%), Emilia-Romagna (25,1%) e Marche (24,8%).

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