Giorno della memoria: commemorazione al Consiglio d’Europa. Liliana Segre, “se vogliamo un futuro migliore non dobbiamo dimenticare”

“La memoria ci permette di ricordare che cosa è potuta diventare la nostra Europa. Se vogliamo un futuro migliore non dobbiamo dimenticarlo”. Così Liliana Segre oggi, in un audio messaggio ascoltato nell’emiciclo dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, nel corso della commemorazione per la Giornata internazionale delle vittime dell’Olocausto. Liliana Segre ha rintracciato una serie di somiglianze tra la sua biografia e quella di Simone Veil, di cui era stato trasmesso un video messaggio risalente al 2002, per dire, ad esempio, come le “persecuzioni biologiche abbiano colpito le comunità anche più integrate” che pure avevano “sottovalutato il pericolo”, perché “mai nessuno è preparato al peggio”. Eppure, ha continuato Segre, “il pericolo incombe ancora oggi” perché “l’incredulità rende insensibili al pericolo”. La deportazione, i numeri tatuati, Simone Weil “con il 78651, io con il 75190, perché io era entrata nel campo a febbraio, Veil ad aprile”. Ma “da Auschwitz non si esce mai, nemmeno decenni dopo”, ha detto Segre, mentre Veil ha scritto “Niente si cancella”. Poi per Veil una luminosa carriera politica; per Segre anni di silenzio e poi “ho sentito impellente una necessità”: solo chi lo ha vissuto, può “testimoniare l’indicibile”. E una considerazione finale: “Non si potrà mai rinunciare alle parole e alla testimonianza dei protagonisti diretti”. Prima della senatrice Segre, il ministro Bianchi era intervenuto in plenaria per dire che la memoria “è una parte fondamentale del senso di un’Europa unita e un’Europa integrata è la vera risposta a ogni tentativo di negarla” e le scuole sono “il posto in cui dobbiamo cominciare a sviluppare una nuova cultura, un nuovo senso di partecipazione, a partire dalla memoria della Shoah”.

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