Giorno della memoria: Austria, numerosi i messaggi dei vescovi per non dimenticare l’Olocausto

Con la campagna internazionale “#WeRemember” in occasione della odierna Giornata della memoria dell’Olocausto, il World Jewish Congress ha deciso di utilizzare i social media per commemorare le vittime del genocidio. All’iniziativa hanno partecipato sia la Conferenza episcopale tedesca (Dbk), che ha postato l’immagine di una candela accesa sul suo account Twitter, sia la Conferenza episcopale austriaca (Öbk). Numerosi vescovi austriaci hanno interagito coi fedeli sulle proprie pagine social. Il cardinale Christoph Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha pubblicato il suo post su Twitter martedì: “Con tristezza, ma anche con vergogna, ricordiamo le ombre scure che la Shoah ha proiettato sull’Europa, non da ultimo sulla nostra patria, l’Austria”.
Può partecipare alla campagna chiunque realizzi un semplice cartello di carta con la scritta “#WeRemember”, si faccia una foto e la condivida sui social. Mons. Gletter ha scritto: “Più che mai, di fronte alla spaventosa manipolazione dei fatti, c’è bisogno di un patrimonio di iniziative per una cultura della memoria buona e sostenibile – unita a un’educazione del cuore, sulla base della quale si può costruire la consapevolezza del giusto e del torto”. Il vescovo Elbs scrive su Instagram: “Ogni essere umano è fatto a immagine di Dio ed è inviolabile in dignità e valore. Non dobbiamo mai dimenticarlo”. Per Elbs la campagna #WeRemember è un promemoria di “cosa succede quando questo principio non si applica più”. Suor Christine Rod, segretaria generale della Conferenza degli ordini austriaci, scrive tra l’altro su Facebook: “Ricordiamo le vittime del nazionalsocialismo e le persone che hanno dovuto vivere questo terribile periodo dell’Olocausto. Allo stesso tempo, è così importante non perdere questa parte della nostra storia dimenticata, perché questo destino non si ripeta e non venga mai dimenticato. Sempre meno testimoni oculari e sopravvissuti possono raccontare le atrocità dei nazisti e anche se è stato tanto tempo fa, è importante vivere una cultura responsabile della memoria”.

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