Papa Francesco: “anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci”

“Anche nella Chiesa c’è tanto bisogno di ascoltare e di ascoltarci. È il dono più prezioso e generativo che possiamo offrire gli uni agli altri”. Nella parte finale del messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, in programma il 29 maggio sul tema “Ascoltare con l’orecchio del cuore”, il Papa torna sul tema dell’ascolto come precondizione essenziale anche per la comunità ecclesiale. “Noi cristiani dimentichiamo che il servizio dell’ascolto ci è stato affidato da Colui che è l’uditore per eccellenza, alla cui opera siamo chiamati a partecipare”, osserva Francesco, che cita il teologo protestante Dietrich Bonhöeffer: “Noi dobbiamo ascoltare attraverso l’orecchio di Dio, se vogliamo poter parlare attraverso la sua Parola”. “Il primo servizio che si deve agli altri nella comunione consiste nel prestare loro ascolto”, commenta il Papa: “Chi non sa ascoltare il fratello ben presto non sarà più capace di ascoltare nemmeno Dio”. Nell’azione pastorale, l’opera più importante è “l’apostolato dell’orecchio”, ribadisce Francesco: “Ascoltare, prima di parlare. Dare gratuitamente un po’ del proprio tempo per ascoltare le persone è il primo gesto di carità”. “È stato da poco avviato un processo sinodale”, ricorda il Papa: “Preghiamo perché sia una grande occasione di ascolto reciproco”. La comunione, infatti, “non è il risultato di strategie e programmi, ma si edifica nell’ascolto reciproco tra fratelli e sorelle”, puntualizza Francesco: “Come in un coro, l’unità non richiede l’uniformità, la monotonia, ma la pluralità e varietà delle voci, la polifonia. Allo stesso tempo, ogni voce del coro canta ascoltando le altre voci e in relazione all’armonia dell’insieme. Questa armonia è ideata dal compositore, ma la sua realizzazione dipende dalla sinfonia di tutte e singole le voci. Nella consapevolezza di partecipare a una comunione che ci precede e ci include, possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica, nella quale ognuno è in grado di cantare con la propria voce, accogliendo come dono quelle degli altri, per manifestare l’armonia dell’insieme che lo Spirito Santo compone”.

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