Povertà: Istat, nel 2020 le misure per il Covid-19 hanno consentito di ridurre il rischio per disoccupati, inattivi e autonomi

Le misure straordinarie implementate nel 2020 (Reddito di emergenza, bonus per i lavoratori autonomi e bonus colf) hanno contribuito, insieme all’ampliamento nell’utilizzo di quelle già esistenti (RdC e Cig), a sostenere i redditi delle famiglie, pesantemente condizionati dalla crisi economica, riducendo la diseguaglianza, rispetto a uno scenario alternativo caratterizzato dall’assenza di tutte le misure citate. È quanto emerge dal report “La redistribuzione del reddito in Italia” relativo al 2020 diffuso oggi dall’Istat.
Nel 2020, si legge, “sulla base delle stime del modello di microsimulazione dell’Istat, l’intervento pubblico, realizzato attraverso l’imposizione fiscale e contributiva e i trasferimenti monetari, ha determinato una riduzione della diseguaglianza di 14,1 punti percentuali dell’indice di Gini: da un valore di 44,3 punti misurato sul reddito primario a uno di 30,2 in termini di reddito disponibile”.
Prendendo in considerazione le misure straordinarie per la pandemia da Covid-19 che “hanno avuto come obiettivo il sostegno al reddito di alcune categorie di individui, particolarmente colpite dalla crisi”, queste – secondo le simulazioni dell’Istat – hanno consentito di ridurre il rischio di povertà dei disoccupati di circa 6,9 punti percentuali, di 3,5 punti per gli inattivi e di 2,6 punti per i lavoratori autonomi.
“In attesa della riforma complessiva del welfare, nella seconda metà del 2021 verranno erogate due misure dedicate ai figli: l’assegno temporaneo per i figli minori e una maggiorazione dell’assegno al nucleo familiare per le famiglie con figli. Entrambe le misure risultano progressive rispetto al reddito delle famiglie e determinano una lieve riduzione dell’indice di Gini da 30,2 a 29,9 (-0,3 punti)”, aggiunge l’Istat.

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