Salute: Istat, nel 2019 un terzo degli over 65 presentava gravi patologie croniche e multimorbilità

Nel 2019, circa 7 milioni di ultrasessantacinquenni, più di un anziano su due, presentavano multimorbilità, riferendo almeno tre patologie croniche. Tra gli over85 la quota raggiungeva i due terzi, con una percentuale più elevata tra le donne, il 69% contro il 60% tra gli uomini. Anche tra i “giovani anziani” di 65-74 anni, le quote si sono confermate elevate (48,5% tra le donne e 39,6% tra gli uomini). È quanto emerge dal report “Le condizioni di salute della popolazione anziana in Italia” per l’anno 2019 diffuso oggi dall’Istat.
Stando ai dati, le patologie più diffuse (in una lista di 22) sono artrosi (47,6%), ipertensione (47%), patologia lombare (31,5%) e cervicale (28,7%), iperlipidemia (24,7%), malattie cardiache (19,3%) e diabete (16,8%). Sono le prime patologie nella graduatoria per entrambi i generi. Seguono, per gli uomini, i problemi di controllo della vescica (12%), e per le donne la depressione (15%), le allergie (14,1%) e i problemi di incontinenza urinaria (13,7%). “La presenza di cronicità e di multimorbilità – osserva l’Istat – hanno, come noto, un impatto negativo sui livelli di autonomia nelle attività essenziali della vita quotidiana e, più in generale, sulla qualità della vita, in particolare tra i molto anziani. Durante la pandemia da Covid-19 questa specifica fragilità ha esposto la popolazione anziana a un maggiore rischio di morte, di ospedalizzazione e di ricovero in terapia intensiva”.
Per quanto riguarda le malattie degenerative che riguardano la sfera della salute mentale, in Italia, si stima che nel 2019 le demenze senili e l’Alzheimer abbiano colpito circa 600mila persone tra gli over65 che vivono in famiglia (dalla stima sono esclusi quindi gli anziani che risiedono in istituzioni), complessivamente il 4,2% degli anziani. La quota si attesta al 3% tra gli uomini e al 5,1% tra le donne. Tuttavia la prevalenza triplica tra le ultraottantacinquenni (15,4%) e raggiunge il 14% tra i coetanei maschi. “Si tratta di un grave problema – viene spiegato nel report – perché il progressivo decadimento delle funzioni cognitive derivante da queste forme morbose neurodegenerative comporta un carico di assistenza particolarmente oneroso anche per i conviventi e i care givers”.
La patologia mentale più diffusa è la depressione, associata all’ansietà cronica grave per quasi la metà degli anziani. Nel 2019, ne soffriva l’11,3% degli anziani (il 6,7% tra gli uomini, il 14,9% tra le donne, percentuale che supera il 20% per le 85enni contro il 10% dei coetanei uomini). Gli anziani con disturbi ansioso-depressivi sono circa 4 milioni (15%) con un forte svantaggio per le donne.

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