Migranti: Oim, più che raddoppiate le persone che hanno perso la vita in mare nel 2021

Sono almeno 1.146 le persone che nei primi 6 mesi del 2021 hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa via mare. Ad oggi, quest’anno le morti lungo queste rotte sono più che raddoppiate rispetto allo stesso periodo del 2020, quando il numero noto dei migranti annegati era 513. È quanto emerge dal nuovo rapporto pubblicato oggi dall’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) che analizza la situazione in corso lungo alcune delle rotte migratorie marittime più pericolose del mondo. Mentre il numero di persone che tentano di raggiungere l’Europa attraverso il Mediterraneo è aumentato del 58% tra gennaio e giugno di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2020, più del doppio delle persone hanno perso la vita. L’Oim ribadisce l’invito agli Stati “a prendere misure urgenti e proattive per ridurre le morti lungo le rotte migratorie marittime verso l’Europa e rispettare quelli che sono gli obblighi definiti dal diritto internazionale”, afferma il direttore generale dell’Oim António Vitorino: “Per raggiungere questo obiettivo occorre aumentare gli sforzi di ricerca e soccorso in mare (Sar), stabilire meccanismi di sbarco prevedibili e garantire l’accesso a canali migratori legali e sicuri”. L’Oim ha registrato un numero totale di 896 morti sulle rotte del Mediterraneo. Di queste, almeno 741 persone sono morte sulla rotta del Mediterraneo centrale, mentre 149 persone hanno perso la vita attraversando il Mediterraneo occidentale e 6 nel tratto di mare che separa la Turchia dalla Grecia. Nello stesso periodo, circa 250 persone sono annegate tentando di raggiungere le isole Canarie in Spagna lungo la rotta atlantica. “Tuttavia queste potrebbero essere tutte stime per difetto”, sottolinea l’Oim, perché le navi delle Ong segnalano anche numerosi “naufragi invisibili”. Secondo il rapporto più di 31.500 persone sono state intercettate o soccorse dalle autorità nordafricane nella prima metà del 2021, rispetto alle 23.117 dei primi sei mesi del 2020. Le operazioni al largo della Tunisia sono aumentate del 90% nei primi sei mesi del 2021 rispetto al 2020. Inoltre, oltre 15.300 persone sono state intercettate in mare e riportate in Libia nei primi sei mesi dell’anno, quasi tre volte di più rispetto allo stesso periodo del 2020 (5.476 persone). “Questo è un dato preoccupante – sottolinea l’Oim – visto che i migranti che vengono riportati in Libia sono soggetti a detenzione arbitraria, estorsione, tortura”.

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