Declino cognitivo: Al via campagna “Gesti che tornano ad essere importanti”. Tedeschi (Sin), “riconoscere in Pnrr complessità assistenziale e di cura necessarie”

Al via “Gesti che tornano ad essere importanti”, la campagna per portare alla luce un’emergenza epidemiologica trascurata: il declino cognitivo che, spiega Gioacchino Tedeschi, presidente della Società italiana di neurologia (Sin), “legato a malattia neurodegenerativa, ictus o trauma è una sfida sempre più importante per il Servizio sanitario nazionale”. Tedeschi, che è anche direttore della Clinica neurologica e neurofisiopatologia Aou della Campania “Luigi Vanvitelli”, interviene questa mattina al focus della comunità medico-scientifica in corso all’Auditorium dell’Ara Pacis di Roma per il lancio della campagna e afferma senza giri di parole: Nel Pnrr vanno riconosciute l’alta complessità assistenziale e l’intensità di cura necessarie alla diagnosi e alla terapia di queste patologie”. “Il declino cognitivo – prosegue – può infatti essere l’anticamera della demenza, che porterà il paziente a perdere la capacità di compiere i gesti più semplici, dal prepararsi il caffè, a truccarsi davanti allo specchio, con un carico di sofferenza per lui e la sua famiglia insostenibile, oltre a un costo sociale gravissimo”.
Finora l’incidenza complessiva del declino cognitivo non è stata messa bene a fuoco perché è il prodotto di malattie diverse. Oggi “occorre affrontare l’intero orizzonte di questa condizione tanto più che, a differenza del passato, per la prima volta si prospettano nuove opzioni terapeutiche”. Importanti, secondo l’esperto, “la prevenzione, che si basa tanto sul trattamento di specifici fattori di rischio, quanto sul miglioramento dello stile di vita”; dall’altra “la riabilitazione cognitiva che può e dovrebbe essere parte integrante del percorso curativo”. Fondamentale la diagnosi precoce, “che non è affatto semplice e richiede oltre ad una specifica competenza neurologica, la possibilità di avvalersi della collaborazione di neuropsicologi, neuroradiologi, e specialisti di medicina nucleare”. Per questo, conclude, “è essenziale che nel Piano nazionale di ripresa e resilienza vengano riconosciute l’alta complessità assistenziale e intensità di cura necessarie alla diagnosi, alla cura, alla prevenzione e alla riabilitazione del declino cognitivo e delle sue possibili cause (malattie neurodegenerative, ictus, trauma) e conseguenze (demenza)”.

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