Caporalato: Orlando (min. Lavoro), “fenomeno odioso. Non solo repressione, premiare i virtuosi”

“Il 13 luglio 2015 moriva di fatica Paola Clementi, una donna pugliese che lavorava nei campi, vittima dello sfruttamento. In quell’occasione buona parte dell’opinione pubblica scoprì che c’è una mansione che si chiama acinellatura e che è svolta prevalentemente dalle donne. Scoprì anche che il caporalato non riguarda soltanto persone che arrivano da altri angoli della Terra ma anche nostri connazionali. Oggi, firmando questo protocollo, il nostro pensiero deve andare a lei e alla sua famiglia”. Lo ha affermato questa mattina il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Andrea Orlando, in occasione della firma del protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo in agricoltura e del caporalato.
Per il ministro, quello di stamattina è “un passo molto importante nel contrasto ad un fenomeno odioso che interessa un segmento importante e strategico della nostra economia”. Verso “lavoratici e lavoratori italiani e stranieri sfruttati da organizzazioni senza scrupoli” è necessario “un nostro impegno costante nel tempo per sconfiggere questa inaccettabile pratica”, ha spiegato Orlando che, analizzando i contenuti del protocollo, ha annunciato che si provvederà ad una mappatura per individuare “le aree più esposte a maggior rischio verso le quali indirizzare prioritariamente le azioni in materia di soluzioni alloggiative che siano dignitose. Queste potranno beneficiare del finanziamento che è inserito nel Pnrr che è pari a 200 milioni di euro”. “Lavoreremo per consolidare e rafforzare la misura dei contratti di filiera”, ha aggiunto il ministro, secondo cui “non vi è alcun dubbio che bisogna agire per introdurre, accanto a meccanismi repressivi, anche delle misure premiali a favore delle aziende che aderiscono alla rete del lavoro agricolo di qualità”. “C’è ormai una crescente consapevolezza su certi argomenti – ha aggiunto – ed è opportuno declinare in positivo questo elemento facendo in modo che i comportamenti virtuosi dei consumatori diventino anche un incentivo per le imprese che rispettano le regole”. In conclusione, Orlando ha auspicato “un’attenzione che non si limiti all’agricoltura, perché purtroppo le inchieste ci dicono che la efficacia dei nuovi strumenti repressivi segnala una presenza del caporalato anche in settori che non sarebbero associati, nella narrazione, a questo fenomeno”.

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