Diocesi: Siena, rinasce alle Tolfe il Centro “Querce di Mamre”, 5 appartamenti dedicati all’accoglienza dei più fragili

Rinasce, nella diocesi di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino, il centro Caritas delle Tolfe, “Querce di Mamre”, con un nuovo progetto di accoglienza delle persone in difficoltà economica e in stato di disagio sociale. Infatti, sono cinque i mini appartamenti ricavati all’interno del centro della Caritas e realizzati per l’accoglienza notturna, per un progetto di co-housing dedicato soprattutto a uomini soli e in difficoltà economica, uno per gli ex-detenuti a fine pena senza famiglia e uno dedicato ad una prima accoglienza, passaggio obbligato per l’ingresso in comunità per l’espletamento di tutti gli accertamenti sanitari soprattutto anti Covid. Un altro appartamento verrà destinato ai padri separati che dovendo lasciare l’abitazione non hanno una residenza stabile e si trovano in difficoltà economiche. La risistemazione del centro si è resa possibile grazie ai contributi della Caritas Italiana con i fondi dell’8×1000 e della Fondazione Monte dei Paschi di Siena.
Alla presentazione del centro, che si è tenuta nei giorni scorsi, è intervenuto il card. Augusto Paolo Lojudice, arcivescovo di Siena-Colle di Val D’Elsa-Montalcino.
“È solo il punto di partenza di un progetto più ampio portato avanti dalla Caritas diocesana – ha spiegato il card. Lojudice – che prevede anche il coinvolgimento diretto di volontari che sceglieranno di vivere in questa nuova sede con le loro famiglie al fianco delle persone meno fortunate. Per il momento nel centro è sempre presente un operatore Caritas per sostenere ogni esigenza dei nostri ospiti”.
“Un sincero ringraziamento alla Caritas italiana e alla Fondazione Mps – ha aggiunto il cardinale – che da sempre sono al nostro fianco per raggiungere quelle che Papa Francesco chiama le periferie esistenziali dei nostri tempi”.
“Qui alle Tolfe – spiega Anna Ferretti dell’équipe Caritas – l’idea non è solo quella della semplice accoglienza, in sintesi di dare un tetto a chi non lo ha, ma vogliamo mettere in piedi un programma di reinserimento sociale, di rinascita dal punto di vista lavorativo e di ricostruzione dei legami sociali e familiari”.

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