Migrazioni e asilo: conferenza interparlamentare. Sassoli, “proteggere i minori, lotta agli scafisti, vie legali per i lavoratori”

“L’Unione europea e i nostri Stati membri hanno finora avuto difficoltà a sviluppare una politica ambiziosa in materia di migrazione e asilo, che fornisca una risposta efficace, umana e solidale alle sfide attuali”, ha affermato David Sassoli, presidente dell’Euroassemblea alla conferenza interparlamentare su migrazioni e asilo in corso a Bruxelles. “Gli scafisti e i trafficanti sono stati finora, purtroppo, i grandi vincitori dei drammatici incidenti in mare e degli arrivi irregolari alle nostre frontiere. Nella nostra cooperazione con i Paesi terzi, è fondamentale prevenire e combattere il traffico e la tratta di esseri umani, così come lo è la protezione delle vittime, garantire un sostegno globale, programmi di reinserimento e di riabilitazione”. “Desidero inoltre ricordare la situazione dei minori, in particolare dei minori migranti non accompagnati e separati, che continuano ad essere ad alto rischio di violenza lungo le rotte migratorie. Dobbiamo agire di concerto con i nostri paesi partner al di fuori dell’Ue per fermare questo modello di attività criminale dei passatori e dei trafficanti di esseri umani, che porta persino, per un gran numero di essi, alla morte in mare, dinanzi alle nostre frontiere”.
Quindi Sassoli ha ampliato la riflessione: “Tuttavia, tale azione dovrebbe andare di pari passo con la creazione di percorsi di migrazione sicuri e legali. La creazione di vie legali di accesso all’Unione europea è indubbiamente un elemento centrale di una politica d’immigrazione globale ed equilibrata… Lo sviluppo di percorsi legali verso l’Europa per motivi di lavoro non solo contribuisce ad alleviare la pressione sulle rotte irregolari, ma è anche in linea con gli interessi dell’Ue. La pandemia di Covid-19 ha messo infatti in luce la nostra forte dipendenza dai lavoratori in prima linea e il ruolo fondamentale che i lavoratori migranti svolgono nella fornitura di servizi di prima linea nell’Ue. L’attuale pandemia ha sottolineato che i lavoratori di Paesi terzi sono sopra rappresentati in una serie di settori (agricoltura, assistenza sanitaria, personale domestico…) che sono stati fondamentali per invertire il momento peggiore di confinamento nella lotta contro la Covid”.

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