Revisioni invalidità civile: Anmic, “revocare nuova procedura Inps di sospensione immediata della pensione, in caso di assenza alla visita”

L’Anmic esprime con forza la propria contrarietà alla nuova procedura semplificata Inps che ha introdotto, a partire dal 7 maggio, la procedura della sospensione immediata della prestazione assistenziale di invalidità civile in caso di assenza alla visita di revisione. “Si tratta dell’ennesimo tentativo da parte dell’Inps di ‘addomesticare’ la legge attraverso l’emissione di circolari e messaggi che ne mutano il senso”, dichiara il presidente nazionale dell’Anmic, Nazaro Pagano, che ricorda: “Non sarebbe purtroppo la prima volta ed è nostra intenzione valutare l’opportunità di ricorrere alle autorità competenti nel perdurare di tale atteggiamento”.
Con il messaggio 1835 del 6 maggio scorso, l’Inps ha infatti dato nuova voce all’art. 25 (comma 6 bis del Dl 25 giugno 2014 n. 40 convertito in legge 11 agosto 2014 n. 114), stabilendo che, nel caso di invito per le visite dov’è prevista la revisione, a prescindere dall’esito della comunicazione postale, l’assenza determinerà in ogni caso la sospensione cautelativa della prestazione economica.
“Atteggiamenti e provvedimenti così autoritari – commenta Pagano – vanno necessariamente censurati dalla ministra competente in materia. Non è accettabile che i funzionari dell’Istituto si arroghino il diritto di incidere su diritti fondamentali senza verificare il rispetto delle procedure”. “A prescindere dall’esito della comunicazione postale”, come indicano le istruzioni Inps, vuol dire che di fatto ricadranno sui disabili i noti disservizi del vettore postale, senza verifica ulteriore, così come l’onere della prova. “È invece indispensabile – sottolinea l’Anmic – che prima di adottare qualsiasi provvedimento formale di sospensione e di compressione del diritto, l’Inps innanzitutto convochi con raccomandata con avviso di ricevimento e acquisisca la prova del puntuale recapito dell’invito, o lo spirare della eventuale compiuta giacenza, o delle ragioni del mancato recapito”.
L’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic) chiede pertanto la revoca e la modifica del messaggio dell’Inps e sollecita un confronto continuativo con l’Istituto sui temi che interessano la categoria.

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