Economia: Mef, nel primo trimestre 2021 aperte 186mila nuove partite Iva. Meno del previsto le chiusure nel 2020 (333.495)

Nel primo trimestre 2021 sono state aperte 186.019 nuove partite Iva, in aumento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+15,3%). Il confronto mese su mese mostra che l’aumento è concentrato nel mese di marzo 2021 (+105,7%), poiché il mese di marzo 2020 era stato caratterizzato dall’inizio della crisi Covid. È quanto emerge dai dati aggiornati dell’Osservatorio sulle partite Iva diffusi oggi dal ministero dell’Economia e delle finanze.
La distribuzione per natura giuridica – viene spiegato – mostra che il 72,6% delle nuove aperture di partita Iva è stato operato da persone fisiche, il 18,9% da società di capitali, il 3,4% da società di persone; la quota dei “non residenti” e “altre forme giuridiche” è pari al 5,1% del totale delle nuove aperture. Riguardo alla ripartizione territoriale, il 46,7% delle nuove aperture è localizzato al Nord, il 20,8% al Centro e il 31,9% al Sud e Isole. Per quanto riguarda invece la classificazione per settore produttivo, le attività professionali registrano il maggior numero di avviamenti di partite Iva con il 20,8% del totale, seguite dal commercio (20,1%) e dalle costruzioni (9,8%). Rispetto al primo trimestre del 2020, si registra un incremento generalizzato di quasi tutti i settori, in particolare con riferimento alle attività finanziarie, (+35,2%) e al commercio (+34,1%). “Nel contesto della crisi pandemica, continua l’andamento negativo per i settori relativi ad alloggio e ristorazione (-25,3%), per l’istruzione (-9,6%), gli altri servizi (-8,1%) e per le attività sportive e di intrattenimento (-4,7%)”, si legge in una nota.
Considerando solo le persone fisiche, la ripartizione di genere mostra una sostanziale stabilità con i maschi al 61,3%. Il 50,2% delle nuove aperture è stato avviato da giovani fino a 35 anni ed il 30% da soggetti appartenenti alla fascia dai 36 ai 50 anni. Nel periodo in esame 91.786 soggetti hanno aderito al regime forfetario, pari al 49,3% del totale delle nuove aperture, con un incremento del 10,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Stando invece ai dati “pressoché definitivi” relativi al 2020, a fine anno sono risultate 333.495 chiusure, rispetto alle 429.478 riscontrate nel corso del 2019. “Pertanto, il dato del 2020, contrariamente all’atteso incremento delle chiusure per effetto della crisi economica generata dalla situazione sanitaria, mostra invece il 22% di chiusure in meno rispetto al 2019. Tali dati – conclude la nota – sembrano mostrare che le misure di sostegno alle Partite Iva messe in campo nel corso del 2020 abbiano avuto l’effetto di limitare le cessazioni di attività”.

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