Pastorale della salute: mons. Martinelli, “riconoscere Cristo nel prossimo sofferente”. Fontana, “serve nuova cura relazioni”. Sala, “disegnare un futuro che abbracci gli ultimi”

“La ricerca del regno di Dio non ci aliena dal tempo presente; cercare il regno di Dio è cercare il vero senso della vita di ogni giorno. Cerchiamo il regno di Dio dentro la cura, nelle relazioni con le persone malate o segnate dalla disabilità per rendere accessibile a tutti le cure di cui hanno bisogno”. Così mons. Paolo Martinelli, vescovo ausiliare di Milano, diocesi che ospita la seconda parte del XXII Convegno nazionale di pastorale della salute “Gustare la vita, curare le relazioni”, promosso dal competente Ufficio nazionale Cei, ha aperto questo pomeriggio la prima delle tre sessioni plenarie che si svolgeranno oggi, domani e giovedì in streaming. Mons. Martinelli, in studio a Milano con Gianni Cervellera, teologo e moderatore della sessione, ha spiegato che dal “riconoscere Cristo nel fratello e nella sorella di cui siamo chiamati a prenderci cura” nascono “nuove relazioni, una comunità della cura che vince la comunità del rancore e del lamento sterile, nasce il gusto che dà sapore alla vita”.
“Abbiamo sperimentato quanto la scienza e la medicina siano limitate davanti alla malattia, che non può far a meno delle relazioni e della vicinanza umana”, ha osservato Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia, in un videomessaggio, ricordando il dialogo intorno al tema della spiritualità nella cura tra Regione e Curia intrapreso nel 2019. “Oggi si impone una valutazione sul nostro sistema di cura e assistenza per gli anziani”, ha concluso auspicando “una rinnovata prospettiva di cura delle relazioni a vantaggio dell’intero tessuto sociale”.
Per il sindaco di Milano Giuseppe Sala, “la pandemia ci ha mostrato le nostre fragilità mettendo in discussione il nostro modello di sviluppo”, e ci ha svelato “la condivisione di un destino comune”. Per questo, “la salute al centro del nostro agire pubblico è la direzione per disegnare un futuro più equo che abbracci gli ultimi anziché emarginarli”. Dal sindaco Sala, infine, vivo apprezzamento e gratitudine per l’impegno e il contributo offerti al Comune di Milano dalla diocesi ambrosiana e da tutta la Chiesa italiana durante la pandemia.

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