Coronavirus Covid-19: vescovi tedeschi invitano a sostenere Covax. “Stati ricchi forniscano vaccini e test alle persone di tutto il mondo”

“È tempo di assumersi la responsabilità dei più vulnerabili ed emarginati in tutto il mondo nella lotta alla pandemia”: sono i vescovi della Germania a sollecitare alla solidarietà, in una dichiarazione in cui spiegano le ragioni per cui “gli Stati ricchi hanno il dovere di fornire alle persone di tutto il mondo l’accesso a dispositivi di protezione, test, farmaci e vaccini”. È chiaro ormai che “non avremo superato la pandemia nel nostro Paese fino a quando non sarà stata sconfitta in tutto il mondo”, si legge nella dichiarazione, ed è responsabilità della comunità internazionale “fare tutto il possibile per garantire una vita sana a tutte le persone di tutte le età”, come recitano gli obiettivi di sostenibilità e come deve valere anche “per la gestione globale dei vaccini”. Per i vescovi “non è giusto assicurarsi molto più vaccino di quanto sia necessario per proteggere la propria popolazione”, sia perché così si trascurano i più poveri, i più vulnerabili, ma anche perché “ovunque il virus si diffonda senza ostacoli, avverranno ulteriori mutazioni, che a loro volta possono colpire l’Europa”: una ragione ulteriore per “mettere a disposizione dei Paesi economicamente meno sviluppati sempre più vaccini per rafforzare la protezione per tutti”. I vescovi plaudono all’iniziativa internazionale Act-A e in particolare il programma Covax, per cui il governo tedesco e l’Unione europea hanno messo a disposizione “fondi considerevoli”, ma a Covax mancano ancora “circa tre miliardi di euro per essere in grado di fornire due miliardi di dosi di vaccino per le persone in tutto il mondo entro la fine del 2021”, a cui si aggiunge un bisogno di 19 miliardi di euro per l’approvvigionamento di dispositivi diagnostici e di protezione, oltre ai bisogni dei sistemi sanitari in alcuni Paesi di “essere rafforzati in modo fondamentale per poter effettuare vaccinazioni a tutti i livelli”.
I vescovi invitano tutte le aziende, in nome della “responsabilità pubblica” a unirsi al database dell’Oms per condividere tecnologie, brevetti e know-how per la produzione e l’ulteriore sviluppo di agenti, compresi i vaccini. Pur sostenendo la necessità di liberare i brevetti, i vescovi evidenziano che “i processi politici nell’Organizzazione mondiale del commercio sono complessi e richiedono tempo: passerà ancora più tempo prima che tali meccanismi possano effettivamente aumentare la produzione di vaccini”. Per questo insistono nella necessità di sostenere con ulteriori fondi l’iniziativa Act-A dell’Oms. Ricordando le parole di Francesco del 27 marzo 2020, – “siamo tutti sulla stessa barca” e siamo tutti chiamati a remare insieme, stando uno accanto all’altro –, “siamo convinti”, concludono i vescovi tedeschi, “che sia giunto il momento di realizzare questo compito non solo nel proprio ambiente, non solo nel proprio Paese, ma nella cooperazione internazionale”.

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