Diocesi: Matera, presunta lacrimazione statua dell’Addolorata a Pisticci Scalo. La Curia, “nessuno gridi al miracolo”. Nel pomeriggio ulteriori accertamenti

“L’Autorità ecclesiastica, in assenza di elementi comprovanti un fatto realmente accaduto, dichiara del tutto infondate le notizie circa un’avvenuta lacrimazione, esclude che sia mai avvenuta e diffida chiunque dal gridare al miracolo”. È quanto si legge in una nota diffusa in tarda mattinata dall’arcidiocesi di Matera-Irsina relativa alla presunta lacrimazione di una statua dell’Addolorata a Pisticci Scalo (Matera).
A seguito di due successivi sopralluoghi – la mattina del 3 aprile alle 8 da parte del vicario episcopale, mons. Filippo Lombardi, e di padre Pietro Anastasi, nel pomeriggio dello stesso giorno alle 15.30 da parte del vicario episcopale, del dott. Erasmo Bitetti e del maresciallo Giuseppe Laselva, comandante della Stazione Carabinieri di Pisticci – “si esclude categoricamente la presenza di materiale organico apparentemente assimilabili a lacrime in particolari condizioni di illuminazione, data la totale assenza di umidità sul manufatto”. “Le tracce di aspetto translucido e apparentemente assimilabili a lacrime – viene spiegato – non sono riconducibili a residui da esse prodotte in forza di tre caratteristiche riscontrate: forma, dimensione e distribuzione spaziale, tutte incompatibili con vere e proprie lacrime”. A ciò si aggiunge che “alcuni testimoni affermano che tali segni erano presenti già in precedenza e caratterizzanti la statua come tale”; inoltre, “il precedente parroco, don Domenico Spinazzola, conferma che sulla statua ha sempre visto queste lacrime riprodotte come un tutt’uno con la statua”.
“La diocesi è già risalita al produttore della stessa, un’azienda italiana specializzata nella lavorazione di statue in vetroresina: ci è stato confermato che sulle statue della Madonna Addolorata riproducono anche la lacrimazione”, prosegue la nota: “Dal confronto tra le foto high resolution scattate sul posto e le immagini a minor risoluzione fornitoci dalla ditta produttrice, è emersa la perfetta sovrapponibilità dei dettagli del viso, ivi comprese le tracce di diverso colore erroneamente attribuite a lacrime”.
In ogni caso, “la Curia arcivescovile, per fugare qualsiasi dubbio e perché tutto resti documentato agli atti, dispone comunque ulteriori accertamenti che saranno eseguiti da parte del dott. Salvatore Mastrogiulio, anatomopatologo presso l’ospedale di Tinchi, questo pomeriggio”. “Il parroco e la comunità – conclude la nota – vivono serenamente la vita ecclesiale ordinaria che ha nell’annuncio della Parola di Dio e nella celebrazione dei sacramenti l’efficacia di un’azione pastorale capace di dare senso e speranza alla vita”.

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