Crisi “Elica”: mons. Massara (Fabriano-Matelica), “diventa più povera e più debole una società che non si fa carico di lavoratori e famiglie”

(Foto: ANSA/SIR)

“Nei prossimi giorni è prevista l’apertura di un tavolo di crisi alla Regione Marche” sulla vicenda che riguarda l’azienda “Elica”, una delle principali di un territorio di Fabriano-Matelica, già ad elevato tasso di disoccupazione, dove sono stati annunciati oltre quattrocento esuberi. Lo ricorda mons. Francesco Massara, arcivescovo di Camerino-San Severino e vescovo di Fabriano-Matelica, esprimendo l'”auspicio” che “un’analoga iniziativa venga adottata al più presto anche al ministero per Sviluppo economico”.
“A tutti i livelli, infatti, vanno intraprese procedure di confronto tra le parti sociali per salvaguardare la dignità dei lavoratori e la continuità della produzione”, il monito del presule. “Per scongiurare la chiusura degli stabilimenti nel nostro territorio, esorto tutti i deputati e senatori marchigiani, di ogni schieramento, a dar vita a una sinergia positiva e una costruttiva convergenza di intenti. Una significativa prova di unità sarebbe, ad esempio, quella di sollecitare a intervenire il governo attraverso un’interpellanza parlamentare trasversale”, l’appello di mons. Massara, secondo il quale “ad essere in discussione è la tenuta del sistema economico e sociale dell’intero territorio, perciò invito le istituzioni a mobilitarsi fattualmente per accompagnare lo sviluppo di questa grave situazione verso una soluzione positiva”.
Il presule avverte: “Diventa più povera e più debole una società che non si fa carico di lavoratori e famiglie che non chiedono assistenza né elemosina bensì un’azione concordata per superare una condizione collettiva di difficoltà. Ho ascoltato il dolore di questi fratelli e sorelle attraverso le loro dirette testimonianze. La diocesi farà la sua parte per andare incontro alle necessità di chi non può essere lasciato andare alla deriva”.
Mons. Massara conclude: “L’impegno comune deve però essere quello di offrire congiuntamente un contributo concreto alla proiezione futura di un comparto nel quale al ‘saper fare’ va riconosciuto un valore sociale e morale superiore alle miopi operazioni di tornaconto finanziario di breve respiro”.

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